VIVA VAR

TUTTOBICI | 22/06/2019 | 07:49
di Cristiano Gatti

Mi è piaciuta tanto la furibonda di­scussione scoppiata il mese scorso al Gi­ro, in occasione della squalifica di Viviani nel­la famosa volata di Orbetello. Solo un riassunto flash: campione d’Italia impallinato dal Var per deviazione scorretta sul naso del baby Mo­schet­ti.


Ovviamente la discussione non nasce lì e tanto meno si ferma lì. L’idea che la tecnologia oc­chiu­ta vada a incidere sui risultati della strada continuerà a sollevare ap­plausi e obiezioni da qui all’eternità. Di certo, il fa­scino del dibattito non sta tanto nel singolo episodio, Viviani scorretto sì Viviani scorretto no: da questo pun­to di vista, ciascuno re­sta sempre della sua opinione. Il vero nocciolo resta sempre quello più generale e più alto, cioè: il Var deve avere po­tere assoluto, intervenire quando e come vuole, in tribunale direbbero procedere d’ufficio, oppure deve entrare in gioco solo su richiesta, quando una delle parti in gio­co solleva il dubbio?


Concretamente, la di­scussione è già finita, perché il ciclismo ha scelto decisamente la prima soluzione, cioè Var autonomo e indipendente, pronto a in­tervenire in qualunque mo­men­to e su qualunque situazione. Ma il tema affascinante resta: è giusto o è sbagliato? Me­glio: è adeguato o è eccessivo, posizione equa o troppo invadente?

Personalmente, parto da un presupposto: l’occhio umano è limitato e fallibile. Il suo campo visivo non permette di coprire tutta la realtà. Tanto meno in una corsa. Men che meno in una cor­sa. Allora: anche se può sembrare un po’ frustrante, persino poco romantico, io dico grazie a qualunque mez­zo artificiale che ci aiuti a es­sere meno imprecisi, meno ap­prossimativi, meno erronei. Dunque, ben­venuto il Var. O sua so­rella la Var, a seconda di come vogliamo chiamare i rampolli della famiglia Re­play.

Accolto con un caloroso benvenuto il potente mezzo elettronico, si passa al punto due: deve in­tervenire solo su richiesta, co­me un commensale molesto e invadente, oppure deve muoversi sempre e comunque, a prescindere dalle nostre sollecitazioni? I casi reali pongono spessissimo questo dilemma. Quello di Viviani è lì a dimostrarlo. Do­po la volata, nessuno dice niente. Nessuna protesta. La vittima Moschetti in­cassa e tor­na in albergo se­renamente, addirittura si arriva al punto che il vincitore a tavolino Ga­viria scagiona il colpevole, scusandosi di avergli portato via una giusta vittoria. È un caso estremo, il ca­so ideale per ragionare: giusto o non giusto che il Var si im­mischi anche senza che nessuno sollevi il dubbio? Senza che nessuno protesti?

Come ho anticipato, la discussione non si po­ne più, perché il governo delle bici ha scelto l’intervento d’ufficio, sempre e co­munque, senza bisogno di re­clami e proteste. Ma è giusto? Conviene davvero sia così? Al capolinea della riflessione, posso solo esprimere la mia di­chiarazione di voto: sì. È giusto, conviene sia così. Io non ne posso più di giudici e arbitri che si muovono solo su sollecitazione di piazzate e sce­neggiate. Non ne posso più della giustizia che premia chi urla di più. Basta, lasciamolo ad altri settori questo ciarpame. Proviamo ad alzarci dagli umori e dagli interessi uma­ni, affidando alla fredda oggettività di una macchina il potere di assolvere o condannare. Quando c’è, quando è possibile. Perciò, mano libera al Var. I ciclisti devono sapere che è fi­nita la vecchia tradizione, quella per cui il più bravo è il più furbo, più bravo a farla sporca senza farsi beccare. Il Var sempre acceso, sempre presente, sempre pronto è il migliore antidoto al tarocco, dal più grave della carognata in volata al più furbetto del traino in fondo alla corsa.

Poi lo so benissimo da me quale sia il problema restante: anche la macchina, sempre accesa, sempre pronta a intervenire, in tutti i casi, senza richiesta, è guidata comunque da un uo­mo. Ma questo, per quanto ne so, resterà sempre un problema insolubile. Sull’in­fal­­li­bilità degli uomini io non punterei neanche un cent.

Copyright © TBW
COMMENTI
infallibilità degli uomini
22 giugno 2019 11:52 pagnonce

Neanche un cent punterei anche sui giornalisti,che non hanno nemmeno accennato al grande sopruso ricevuto da baby Moschetti.

Grazie
22 giugno 2019 12:02 AleC
Grazie, perché ha ricordato quello che è un principio cardine della giustizia penale e che a mio avviso va applicato anche a quella sportiva: l'obbligatorietà dell'azione.
Se no si entra in un terreno scivoloso fatto anche di sudditanza psicologica: Moschetti, un 97, osa fare ricorso contro il campione italiano che corre nella più forte squadra del WT? Per guadagnarci che, poi, un 5o posto?
Il VAR obbligatorio sgombra il campo da questi retropensieri.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Un altro grande amico del ciclismo ci ha lasciato. Alexander Gufler era un ragazzo che in gruppo ci era stato: aveva corso tra i dilettanti con le maglie della Bibanese, della Egidio Unidelta e della Ciclistica 2000, arrivando alle soglie...


Il veloce ed esplosivo Javier Serrano madrileno continuerà almeno per un’altra stagione a vestire la maglia del Team Polti Kometa. Sarà la terza per lui in prima squadra dopo l’approdo nel 2022 nella formazione U23 e la promozione l’anno successivo....


Lo scalatore Cesare Chesini è il primo nuovo innesto della formazione 2025 ufficializzato dal Team MBH Colpack Ballan CSB. Il corridore, classe 2004, è nato l’11 marzo e risiede a Sant’Ambrogio Valpolicella, in provincia di Verona.Nel 2024 l’atleta si è...


Pantaleo ha realizzato “Il Sogno più Grande”: incontrare Vincenzo Nibali. Scelto tra centinaia di bambini italiani che hanno partecipato al concorso nazionale indetto da CONI e ITA Airways, il giovanissimo biker di Molfetta ha raccontato in un video tutta l’energia, la passione e...


Comincia il mese di dicembre e subito per gli appassionati arriva un gustoso regalo... Domenica 1° dicembre, infatti, su tuttobiciweb e Ciclosmo Live potrete seguire la diretta streaming del 45° Trofeo Mamma e Papà Guerciotti, uno dei più importanti appuntamenti...


Wout Van Aert è tornato dalla Spagna lo scorso weekend e questa settimana è nei Paesi Bassi per le giornate del team Visma-Lease a Bike, il cui programma includerà l’assemblaggio e le varie prove con adattamenti sulla bici, servizi fotografici...


Se nei viaggi o nei trail a cui avete preso parte in bikepacking avete notato che un manubrio particolarmente appesantito con una capientissima borsa non fa al caso vostro, vi consiglio di prendere in esame borse dalla capienza media,  nettamente più...


Jonathan Milan è riuscito nell'impresa che nessuno aveva mai centrato: è il primo corridore nella storia dell'Oscar tuttoBICI a conquistare il titolo sia nella categoria Professionisti che in quella dei Giovani. Nel Gran Premio Fondazione Molteni riservato ai professionisti, il...


Debora Silvestri ormai alla sfortuna ci ha fatto l’abitudine, anzi potremmo dire senza problemi che per qualche anno ci ha fatto addirittura l’abbonamento pieno. Tra cadute e squadre che chiudono l’atleta ventiseienne del team Laboral non era mai riuscita ad...


Consentire alle giovani cicliste di talento di crescere gradualmente e senza pressioni. È questo l’obiettivo primario di Nexetis, la squadra femminile costituita per volere della federazione ciclistica svizzera che è stata presentata ieri a Zurigo.L’equipe sarà affiliata nella Confederazione con...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024