Il Gran Premio di Lugano 2019 si svolgerà domenica 9 giugno e parteciperanno corridori di 17 squadre. Da quest’anno la denominazione della classica giunta all’edizione numero 73 è la seguente: “Axion Swiss Bank-Gran Premio di Lugano”. La potente Axion Swiss Bank, che fa parte del Gruppo Banca Stato, lega il proprio brand alla competizione professionistica ticinese come minimo fino all’edizione 2021. Oggi il Velo Club Lugano ha presentato la sua classica nell’accogliente sala consiliare del Municipio in Piazza Riforma. Alla conferenza stampa hanno partecipato tra gli altri l’onorevole Roberto Badaracco, capo Dicastero di cultura, sport ed eventi della Città di Lugano, Sabrina Romelli, Sindaco di Collina d’Oro, l’avvocato Marco Tini, presidente della direzione generale di Axion Swiss Bank e svariati sponsor. Il Velo Club Lugano era rappresentato dal presidente Andrea Prati, dal responsabile della parte tecnica Patrick Calcagni e da papà Elio Calcagni, presidente onorario del sodalizio bianco-nero-verde.
Il Grand Prix Axion-Lugano scatterà alle 11 da via Vincenzo Vela, ai margini dello stupendo Lago di Lugano, a quota 275. Il circuito disegnato da Prati, Calcagni junior e dagli altri dirigenti si snoderà tra Lugano, Gentilino, Montagnola, Agra – via Monte Croce (altitudine 542 metri), in cui è posizionato il Gran Premio della Montagna. I protagonisti proseguiranno verso Barbengo, Casoro, Carabietta, Muzzano, Viglio, Sorengo, Lugano. Nel finale del giro la corsa passerà nelle vie Manzoni, Cantonale, Pestalozzi, Magatti, Albertolli e nel rettilineo d’arrivo di via Vincenzo Vela. Il circuito andrà ripetuto 8 volte per un totale di 179,200 chilometri. E’ una gara in cui verrà superato un dislivello positivo di 3000 metri. Nell’edizione 2018 erano ben 4000: “Quest’anno – ha spiegato l’ex corridore professionista Patrick Calcagni – abbiamo alleggerito l’altimetria per favorire la spettacolarità della gara. Rimane pur sempre un cimento impegnativo con 3000 metri di dislivello in 179 chilometri”.
Relativamente ai corridori di teams catalogati UCI World Tour di scena il 9 giugno, Vincenzo Nibali cercherà di vincere per la prima volta in carriera la classica di Lugano. Nella Bahrain-Merida lo “Squalo” avrà come coequipiers, tra gli altri, il fratello Antonio e lo scalatore Domenico Pozzovivo. La UAE-Emirates, pure lei World Tour, sarà capitanata da Pogacar, Polanc e Ulissi. L’altra UCI –World Tour che ha garantito la partecipazione all’Axion Swiss Bank – Grand Prix Lugano è la Mitchelton-Scott che schiererà come punta Michael Albasini. Le UCI-Professional in gara saranno 5: Bardiani –Csf, con Carboni e Rota coi gradi da capitano, la Gazprom-Rusvelo di Vlasov, Shilov e Shalunov, il Team Israel Cycling Academy di Cimolai e Badilatti, la Nippo–Fantini con Canola, Nicola Bagioli e Lobato e la Neri-Selle Italia col tre volte Campione d’Italia Giovanni Visconti.
All’elenco delle squadre sicure partecipanti si aggiungono le UCI-Continental. A Lugano infatti vedremo gareggiare la Colpack con Andrea Bagioli fresco vincitore in Francia, e con lui Luca Colnaghi. In merito agli iscritti della Biesse-Carrera, c’è il promettente Simone Ravanelli, e tra quelli dell’Amore e Vita-Prodir il siciliano Ficara. In base alle iscrizioni il comasco Dotti e il bresciano Furlan saranno le punte della TSA-Beltrami, il figlio d’arte Lois Dufaux capitanerà la Akros-Thomus, Giacomo Ballabio la IAM Excelsior. Completano il cast delle squadre di scena il 9 giugno la Iseo Serrature con i bellunesi Matteo e Simone Zandomeneghi, la Swiss Racing Academy di Cyrille Thiery e il Team Voralberg. Quest’ultima squadra è di matrice austriaca tuttavia il suo uomo di punta è l’elvetico Roland Thalmann, migliore dei corridori tesserati nelle Continental al recente Tour of the Alps.
Probabilmente nella prima metà di luglio i calciatori dell’Inter sosterranno la preparazione proprio a Lugano, utilizzando lo stadio del quartiere Cornaredo. “Siamo in trattative, non è ancora ufficiale –ha precisato l’onorevole Roberto Badaracco -; poiché con l’Inter dobbiamo sistemare alcuni dettagli”.
Photo Giordano Azzimonti
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