Iljo Keisse risponde alle accuse ricevute da una cameriera di San Juan per abuso sessuale, con la quale aveva posato per una foto venerdì scorso, prima del via della corsa argentina. «Non avrei mai voluto trovarmi qui, in questa situazione. Voglio spiegarvi la mia posizione perchè in tv e sui giornali è stato detto di tutto e di più» esordisce il 36enne belga della Deceuninck-QuickStep.
«Dopo un allenamento, con i miei compagni ci siamo fermati in un bar nella strada principale del paese, Erano le 13.00, ci siamo fermati per un caffè, con tutta la squadra. C'erano tante persone, abbiamo scattato una foto tra le 500 per cui ci prestiamo ogni giorno. Questa ragazza dopo che ne abbiamo fatta una di gruppo, ne ha voluta un'altra ed è indietreggiata, in quel momento io ho fatto un movimento stupido con le braccia, che visti i risultati non rifarei mai».
Ci tiene a precisare: «Non l'ho toccata, in alcun modo. Ho fatto una cosa stupida in un momento stupido. Lei non ha avuto alcuna reazione. Chi mi conosce sa che non sono un idiota, ho semplicemente commesso un errore stupido. Sono mortificato, ma non ho fatto nulla di più di quello che vedete nella foto. Di certo non è stato lo scherzo che mi è riuscito meglio».
Affiancato dal responsabile comunicazione e marketing del team Alessandro Tegner, aggiunge: «Voglio chiedere scusa, in particolare a questa ragazza. Ho fatto un errore e devo chiedere perdono a chiunque si sia sentito offeso dal mio gesto, agli organizzatori della corsa a cui so di aver creato dei problemi, alla mia squadra che ho messo in imbarazzo. Ho fatto una cosa davvero stupida, vorrei poter tornare indietro nel tempo, ma non si può. L'unica cosa che posso fare è chiedere scusa e promettere che non capiterà mai più. Non è un momento facile per lei, ma vi assicuro che non lo è neanche per me, mia moglie e i miei bambini. In questo momento vengo trattato come un criminale, la questione è andata decisamente oltre le mie aspettative. Mi dispiace. Ora voglio restare concentrato sulla corsa» ha commentato, prima di rispondere alle domande dei giornalisti accreditati alla Vuelta a San Juan.
Hai detto che non è stato uno dei tuoi migliori scherzi, lo consideri ancora una bravata?
«È accaduto tutto in una frazione di secondo, l'ho fatto senza pensarci, è evidente. C'è la foto. Eravamo allineati, siamo "capitati" in una certa posizione e ho fatto una stupidata. Ripeto: mi scuso. Ho un certo ruolo nel team, sono tra i più adulti, so che dovrei essere un buon modello per i compagni più giovani. Cerco di esserlo, su e giù dalla bici, questa volta non ci sono riuscito».
Sei stato contattato dalla polizia?
«La ragazza ha fatto un reclamo alla polizia, io sono dovuto andare a esporre la mia versione alle autorità competenti lo scorso lunedì, dopo di chè il caso è stato chiuso. Sono tornato all'hotel, ho attaccato il numero alla schiena e per me la questione legalmente era alle spalle. Ora è esploso il caso mediatico e ne sto soffrendo moltissimo».
Sei andato alla caffetteria a chiederle scusa?
«Non ne ho avuto il tempo. Già è stato difficile andare alla polizia, per l'impegno della gara. Cercherò di andare a chiederle scusa di persona, dovrei proprio farlo il prima possibile».
A questo punto, non è meglio lasciare la corsa?
«Ho commesso un errore, ho fatto un brutto gesto con le braccia, ma non ho toccato nessuno, non ho rubato ne fatto male. Sono un uomo che ha commesso uno sbaglio. Sono super pentito, ma non c'è motivo per cui io non debba continuare a svolgere il mio lavoro».
nel file audio puoi ascoltare la conferenza stampa integrale in inglese
articolo correlato: SAN JUAN, ACCUSE DI ABUSO SESSUALE PER ILJO KEISSE