La notizia era nell'aria da mesi, visto che non è arrivata una proposta per continuare un altro anno ancora ad alto livello: Pippo Pozzato si ferma qui, ma solo nel senso della carriera agonistica. Sì perché il vicentino di impegni e progetti ne ha a bizzeffe: in una intervista concessa a Luigi Perna de La Gazzetta dello Sport, infatti, Pozzato racconta di avere impegni da imprenditore nel settore auto, di essere impegnato nello scovare talenti ciclistici e anche il ritorno a suo primo amore, l'hockey a rotelle. Pippo spiega: «Mi sarebbe piaciuto disputare la ventesima stagione tra i professionisti (passò nella massima categoria nel 2000 nel gruppo giovani della Mapei, ndr) ma solo affrontando un calendario importante. Correre in Cina, Marocco e via dicendo, come ho fato quest'anno, ha rappresentato un'esperienza importante ma non era il mio ciclismo».
Curiosa la nuova scelta agonistica: «L'hockey su pista l'ho praticato da bambino e l'ho sempre avuto nel cuore. Gli amici di una vita mi hanno proposto di giocare con loro, ho comprato l'attrezzatura e ho cominciato ad allenarmi. Giocherò nel Bassano, in serie B».
Scegliendo i social network, Pozzato scrive poi una lettera aperta a tutti: «Eccoci qui a scrivere la conclusione di una parte della mia vita, la più intensa e divertente. Oggi posso dire che il mio sogno da bambino si è realizzato e senza rendermene conto è già tutto finito, magari in un modo che non avrei voluto ma da uomo so accettare questo epilogo.
Quando a 16 anni arrivò la Mapei a cercami, pensavo fosse uno scherzo. I tre anni con la “maglia a cubetti” sono stati fantastici, ancora oggi penso sia stata la migliore squadra al mondo. Un periodo però troppo breve per imparare al meglio il mestiere del ciclismo, svanita la squadra forse è iniziato a svanire anche il mio talento, che ammetto di non essere riuscito sempre a far rendere al meglio. In tante situazioni mi sentivo come un quando indossi un abito fatto su misura ma che non è il tuo. O era troppo largo o spesso mi stava stretto. Sono comunque riuscito a realizzare alcuni dei miei sogni come la Sanremo nel 2006. Purtroppo gli ultimi anni non sono stati facili, ho sempre lottato per uscirne come sarebbe piaciuto a me, ma alla fine mi sono dovuto arrendere.
Chiudo un anno triste dovuto alla perdita di mio padre che insieme a mia madre sono e sempre le colonne portanti della mia vita. Si cala il sipario senza fare troppo rumore come invece mi sarebbe piaciuto fare. Mi guardo indietro e vedo 19 anni di carriera essere volati via.
Ora inizia una nuova vita, con tanti progetti ai quali sto lavorando. In primis la squadra Continental che sto costruendo e nella quale vedo tanti giovani ciclisti vogliosi di realizzare il proprio sogno sportivo ed io insieme a loro. Da qui voglio partire per dare al ciclismo italiano una squadra ed una nuova generazione di ciclisti degni della nostra storia. Questo è oggi il mio più grande obiettivo che lavorando duramente spero di raggiungere nei prossimi anni.
In conclusione ringrazio tutte le persone con cui ho avuto la possibilità di lavorare in questi anni, il mio manager Luca, la mia famiglia, mamma Franca, Vittoria e tutto i miei amici dello Gnoranteam.
Grazie a tutti è una stata figata!».
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