Andrea Palini è stato un corridore professionista per 5 stagioni e da quest’anno si dedica ai più giovani, in particolare ai loro muscoli. Il bresciano che compirà 29 anni tra due giorni, dopo aver difeso i colori di Team Idea, Lampre, Skydive Dubai e Androni Giocattoli dal 2012 al 2017, è tornato nella squadra che l’ha cresciuto dai dilettanti per iniziare una nuova carriera: quella da massaggiatore. Il ciclismo della massima categoria l’ha un po’ deluso, ma la bicicletta è da sempre la sua vita e, ne è convinto, le esperienze buone e meno buone che ha vissuto gareggiando potranno essere utili per i giovani con cui ora ha a che fare.
«Sto frequentando i due anni della scuola di Massofisioterapia a Bergamo e facendo esperienza in questo nuovo ruolo tra gli under 23. Nei prossimi anni mi piacerebbe avere un lavoro più “tranquillo” vicino casa, magari in uno studio, ma per qualche stagione farò ancora lo zingaro. Già da corridore amavo aiutare i miei compagni, mi trovo a mio agio in questo nuovo ruolo. Le stagioni da agonista non mi hanno di certo permesso di mettere da parte i soldi per mantenermi tutta una vita, non vivo come un dramma la fine della mia carriera, sono felice di questa opportunità che probabilmente mi darà anche maggiori soddisfazioni» ci racconta.
«Degli anni da pro’ mi resteranno per sempre le vittorie e i legami con i compagni con cui ho condiviso tanti giorni in giro per il mondo. Con questi giovani che mi chiedono com’è il professionismo sono schietto: non è tutto rosa e fiori, anzi. Voglio che sappiano quello a cui vanno incontro, non come me. Consiglio loro di continuare a studiare perché il ciclismo è tutt’altro che un lavoro sicuro. Ogni anno bisogna rimettersi in gioco e non è facile. Quando vai forte sono tutti lì a dirti "bravo, bravo", appena hai un problemino sei subito giudicato negativamente. Devono provare al cento per cento sulla bici, ma non trascurare lo studio».
E ancora: «Io ero un po’ ignorantotto, mi sono diplomato in meccanica e ora sto ultimando gli studi per prepararmi al meglio a questa secondo vita. Ho preferito diventare massaggiatore e non meccanico, anche se da giovane avevo studiato per quello, perché mi piace essere a stretto contatto con i ragazzi. Quando sono sul tuo lettino non curi solo i loro muscoli ma anche la loro testa».
da Schio, Giulia De Maio