E se vincesse Pinot? E Pozzovivo, vogliamo parlarne? E Chaves? E Yates? E vogliamo dimenticare Dumoulin? E Froome, vogliamo escludere proprio Froome? E Aru, allora? Diciamoci la verità: dopo una settimana di Giro, siamo punto e a capo. Distribuiti in un minuto di classifica, i favoriti di prima sono ancora i favoriti di adesso. E profeta ascendente mago Otelma chi riesce a sfilare dal mazzo il favorito di domani. E’ una delle tipiche situazioni in cui non si sa se considerare l’equilibrio un grande pregio o una grande boiata. Se parlare di livello altissimo, oppure di preoccupante livellamento al ribasso.
I teorici dell’incertezza sono al settimo cielo: per questo genere di pubblico e di commentatori, decidere il Giro all’ultimo chilometro dell’ultima tappa è il massimo dei desideri. E della qualità. Da questo punto di vista, lo stesso arrivo qui al santuario sopra Avellino è la sublimazione assoluta: arrivo di gruppo in cima alla montagna, escludendo ovviamente l’ottimo Carapaz. Interminabile volata sul filo dei 30 orari, con frenate stridenti in curva. Persino con un testacoda di Froome. E poi lo sprint, con il bravo Formolo a spolverarsi di dosso un po’ della sfortuna che l’ha punito nella tappa dell’Etna. Per essere un arrivo in salita, manca solo il fotofinish. Ed è detto tutto.
Mi schiero e mi espongo: personalmente comincio a sentire forte la mancanza del campione. Del primo della classe. Del solo contro tutti. E con questo vuoto sento inevitabilmente la mancanza della sua prima derivazione, cioè la rivalità. Mi manca tanto il Giro con il suo bel campione, il suo bel rivale, il suo bel duello che piano piano si scrolla di dosso l’affollamento e la confusione, per l’emersione definitiva del migliore.
Non è certo la prima volta che dopo otto tappe di Giro ci sia così poca selezione della specie. Così tanta confusione di ruoli. Così lunga coda allo sportello della maglia rosa. Però mi pare che in questo caso siamo proprio ai limiti del sopportabile. Siamo al punto che tutte le mattine, alla partenza, sento personalmente una decina piena di sicuri vincitori. Tecnici e opinionisti in evidente stato confusionale. Il che, evidentemente, induce anche a conclusioni ugualmente confuse. Ognuno la dice giusta. E’ un Giro molto bello perché molto incerto. E’ un Giro molto brutto perchè non emerge nessuno.
Per quanto mi riguarda, non vedo l’ora che dal valzer delle consultazioni esca il nome che avrà l’incarico. Prima o poi qualcuno deve pur comandare.
Il fotofinish ci fu nel 2011 con Scarponi che sfiorò la rimonta per pochissimo
Ma....
12 maggio 2018 21:40max73
Ma il sig Gatti si aspettava che una salita al 5% facesse la differenza?
Il giro è equilibrato perché non ci sono state ancora tappe difficili. Mi chiedo se dopo una settimana di tappe con media difficoltà ci fosse già un super favorito oppure un dominatore in classifica, quali sarebbero i commenti del sig Gatti : giro noioso già deciso ecc ecc. Speriamo che il giro rimanga aperto più a lungo possibile e che ci sia una lotta appassionante tra i big. Ma è certo che dovremmo aspettare le tappe di alta montagna non sicuramente un GM di seconda categoria..
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