
Mathieu VAN DER POEL. 10. L’imperatore conquista pagine di storia, le scrive in bella scrittura, pennellando curve, disegnando parabole, accennando storie antiche ed eterne. Terza Roubaix di fila, come solo Octave Lapize e il nostro Francesco Moser. Solo tre corridori della storia possono vantare questa tripletta, che Mathieu si è costruito con sagacia e forza. Sa che quel peso piuma è di peso e per batterlo occorre la gara perfetta. Sa che sono i particolari a fare la differenza e con i particolari se lo lascia alle spalle. Curve a tutta con le mani sotto il manubrio: sembrano sciocchezze, ma non è così. Mathieu lo sa. Sa come si vince e difatti vince e rivince la corsa più folle, senza fare follie. Senza osare, ma dosando, accelerando, controllando e pennellando, in una danza piena e leggera, che rende tutto armonico, anche sul pavé. Sembra di ascoltare una dolce canzone, che ci ha accompagnato su pietre aspre e aguzze, in una domenica delle Palme di deandreiana memoria: dove si sentiva cantare. Quant'è bella giovinezza. Non vogliamo più invecchiare.
Tadej POGACAR. 9. Un solo errore, che gli è fatale. Una curva presa a tutta, con le mani alte sul manubrio: via il controllo, via lungo contro una moto a lato, botta e capriola. Venti secondi regalati ad uno che è abituato a raccogliere primi: posti. Troppi per una sfida contro il tempo. Davanti l’olandese controlla, gestisce, amministra. Per Tadej c’è solo da difendere un secondo posto che conferma il suo immenso talento, una classe cristallina, anche in una corsa per pesi massimi. Lui è una piuma, vola leggero su strade tortuose e nodose, con il sorriso accetta la sconfitta: per ora. Per quest’anno.
Mads PEDERSEN. 9. Sfortunatissimo, buca la ruota anteriore nel tratto numero 15, da Tilloy a Sars et Rosieres a 70,2 km da traguardo. Fora esattamente nel momento in cui Tadej accelera lanciando l’ennesimo attacco. Perde il treno per la vittoria, ma non perde la calma: lui è un campione. Lo dimostra portandosi a casa l’ennesimo podio di una carriera stellare, in un firmamento di stelle.
Wout VAN AERT. 5. Anche il belga, come il nostro Ganna, nel primo settore rimane attardato. Ha tutto il tempo per recuperare, ma la sua corsa è sempre rincorsa. Mai nel vivo della corsa, sempre là dietro dove si corre un’altra corsa, un’altra Roubaix. Avrà anche il GRAVAA, un sistema per regolare la pressione dei pneumatici durante la gara, ma il belga sembra sempre sgonfio, con poche atmosfere. Chiaro è Wout Van Aert e su quelle superfici sa dire la sua, ma oggi nella domenica delle Stelle, lui brilla davvero poco.
Florian VERMEERSCH. 8. Fa una grandissima corsa, con sacrificio e attitudine. In appoggio a Tadej, porta a casa un 5° posto di assoluta sostanza.
Jonas RUTSCH. 8. Il 27enne tedesco della Intermarché ottiene un 6° posto inaspettato, ma più che meritato.
Stefan BISSEGGER. 8. Con Pedersen fora anche lo svizzero della Decathlon. In un momento decisivo perde l’attimo, per pura malasorte, in un momento di corsa nel quale era rimasto con il meglio di questa Roubaix. Alla fine si porta a casa un 7° posto che non è poca cosa, ma rispetto a quello che ha fatto vedere è troppo poco. Meritava qualcosa di più.
Jasper PHILIPSEN. 7. Click e gli si spegne la luce. Gliela toglie Tadej, con l’ennesima accelerazione a Mons en Pévèle. Alla fine chiude 11°, ma la sua corsa è da protagonista assoluto. Corre per lungo tempo per vincere, poi per far vincere Mathieu, nonostante anche lui sia caduto all’inizio di giornata con Stuyven e compagnia.
Filippo GANNA. 6. Fora subito all’ingresso del primo settore di pavé, poi è sempre un inseguire, un cercare di recuperare dove però gli altri scappano. Scappano troppo e per Filippo non c’è mai la sensazione di essere nel vivo dell’azione.
Davide BALLERINI. 17. Anche lui fora, poi durante l’inseguimento cade: il suo traguardo è l’ospedale.
Jesper STUYVEN. 17. Cade rovinosamente in una curva asfaltata poco prima del primo tratto di pavé e la sua Roubaix è subito in salita. È subito dolore. Stessa sorte per Edward Theuns.
Giacomo NIZZOLO. 6. La finisce, 37°, secondo degli italiani: non è molto, ma lo può raccontare. E non è da tutti, non è per tutti. Alla quarta partecipazione, è la prima volta che arriva al velodromo.
Markus HOELGAARD. 6,5. Il campione norvegese della UnoX al km 23 prova a fare il vuoto. È lui a dare il la, è lui a trascinare via la prima vera fuga di giornata. Si accodano Oier Lazkano del team Red Bull, Kim Heiduk (Ineos), Jonas Rutsch (Intermarché Wanty), Max Walker (Education First), Jasper De Buyst (Lotto), Rory Townsend (Q36.5) e Abram Stockman (Tietema Rockets). Poi saranno ripresi, da fenomeni che non asfaltano la strada, ma chi prova ad anticiparli.