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Una caduta in gruppo a 3400 metri dalla conclusione e una sul rettilineo finale dopo il tentativo di allungo di Mezgec, con i treni dei velocisti a sfilacciarsi per raggiungere il solitario finisseur e lanciare uno sprint di soli sette uomini. L'arrivo della quinta tappa dello UAE Tour a Dubai è stato piuttosto caotico. Un aggettivo che ricorre sempre di più nelle dichiarazioni dei corridori quando si parla di volate.
Partiamo dalle parole post-vittoria di Tim Merlier: «Dopo la tappa di ieri, vinta ancora da Milan, in Soudal Quick-Step abbiamo parlato a lungo per capire cosa stessimo sbagliando. Oggi abbiamo avuto un posizionamento perfetto fino all'ultimo chilometro, siamo stati perfetti nel reagire all'allungo di Mezgec ed evitare la caduta sul rettilineo finale (a tal proposito, spero stiano tutti bene) e ho lanciato il mio sprint al momento giusto. Ho saputo attendere il mio momento e ho raccolto il massimo risultato. Allo UAE Tour sono già a 7 vittorie in 3 partecipazioni, mi piace correre in corse come questa o il Giro dell'Oman. Come sempre nel ciclismo di oggi, la giornata è filata via velocissima (48,752 km/h) ed è sempre più importante allenare la tua resistenza, avere dei compagni che riescono a coprirti al meglio e trovare il giusto posizionamento per tenerti lontano dai pericoli.»
Quest'ultimo tema riecheggia un'intervista rilasciata la scorsa settimana da un ex compagno di squadra di Merlier: quel Fabio Jakobsen che oggi sta partecipando allo UAE Tour con la Picnic PostNL e che nel 2020 rischiò la vita per una spalla di Groenewegen sul traguardo al Giro di Polonia. Ecco un estratto di quanto affermato da Jakobsen a Rouleur: «Le volate sono sempre più affollate e caotiche, ci sono sempre più squadre e corridori che puntano a vincere le gare allo sprint, oggi ci sono praticamente 25 uomini e una decina di team in grado di centrare la top-10. Quando ho iniziato io erano di meno. Penso che si dovrebbero rafforzare le regole in volata: capisco non sia facile da applicare e che magari condizionerebbe le tattiche di alcuni grandi treni, io proporrei di fare come in Formula 1 dove nelle curve non si può cambiare traiettoria. In una volata ciascuno deve scegliere la linea da seguire e quella è, senza poter zigzagare o spostarsi da sinistra a destra mettendo in pericolo chi sta dietro. Per me chi taglia la strada per rimanere alla ruota di chi sta davanti andrebbe quantomeno ammonito. Ridurre la velocità riducendo i rapporti non serve: si troverebbe tanto il modo di usare pedivelle più corte e aumentare la cadenza. Serve semmai rendere la velocità sempre meno un problema, definendo regole chiare e posizionando nel modo giusto transenne.»