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Per Vittoria Bussi non è ancora l’ora di appendere la bici al chiodo. La detentrice del Record dell’Ora (50,2657 KM) e del record italiano nell’Inseguimento Individuale sulla distanza di 3 chilometri (3’20”) si è posta un nuovo obiettivo: andare all’assalto del record mondiale sui quattro chilometri (nuova distanza dell'inseguimento femminile con record attualmente detenuto da Anna Morris che sabato agli Europei di Zolder ha fermato il cronometro sul tempo di 4.25.874). L’Union Cycliste Internationale ha equiparato la distanza della prova femminile a quella maschile e, proprio questa decisione dell’ente che governa il ciclismo mondiale, ha spinto la ciclista romana a raccogliere una nuova sfida tornando in pista e rimandando il ritiro dell’agonismo che aveva annunciato lo scorso anno.
«La scelta della Federazione Internazionale di modificare la distanza portandola da 3 a 4 chilometri è stato il fattore determinante che mi ha portato alla decisione di tornare in sella e provare a battere il record» racconta a tuttobiciweb Vittoria quando la raggiungiamo telefonicamente ad Andorra dove è impegnata in un training camp in altura. Poi aggiunge: «Anche la voglia di capire come e cosa poter migliorare rispetto al tentativo dello scorso anno sui 3 chilometri era tanta e quindi mi sono detta “dai, mi ritiro tra qualche mese”».
Bussi torna con la memoria allo scorso settembre e analizza: «Se ripenso a quella prova sono soddisfatta di ciò che ho ottenuto in partenza, era il mio cruccio principale. Ma dal punto di vista aerodinamico non ho avuto il tempo per risolvere alcune problematiche, ho approcciato quel tentativo cercando di sfruttare ciò che avevo usato per il Record dell’Ora ma nella specialità dell’inseguimento funziona diversamente, la partenza da fermo e l’accelerazione molto forte provocano turbolenze. In pista le accelerazioni e l’aereodinamica, sono fondamentali, e capire bene da un punto di vista scientifico come gestire il tutto è importante. Adesso sono al lavoro per migliorare».
In vista della nuova sfida, Vittoria si è allenata sulla pista del Velodromo del World Cycling Centre di Aigle, poi ha trascorso del tempo a Mallorca, ora è a Andorra e a breve volerà in Messico e raggiungerà Aguascalientes, località a 1800 metri di quota dove nell’ottobre del 2023 ha stabilito il primato sull’ora e dove ha deciso di affrontare questa nuova sfida contro il cronometro. «Quello messicano è un Velodromo che conosco bene, tutti i materiali che uso sono ottimizzati perché vadano bene su quella pista e a quella altura sul livello del mare» ci dice.
Oltre alla località di svolgimento della prova, l’atleta azzurra ha un’altra certezza: «Oltre al tentativo di record del mondo sui 4 chilometri tenterò di migliorare il Record dell’Ora che già mi appartiene. Inizialmente il progetto era di provare solo l’Inseguimento poi ho riflettuto e ho realizzato che sarebbe stato bello chiudere la carriera così come l’ho iniziata, col il tentativo sull’ora. Così ho fatto domanda alla Unione Ciclistica Internazionale per fare entrambi i tentativi ma…» Vittoria fa una brevissima pausa, capiamo che che ci sta per dire qualcosa di importante, «La risposta dell’UCI è stata inaspettata. Ho scoperto che, mentre per il tentativo di Record del Mondo nell’inseguimento è sufficiente il cronometraggio elettronico di qualunque compagnia, per avere il tentativo di Record dell’Ora ufficialmente riconosciuto dalla Federazione Internazionale, il cronometraggio elettronico deve essere fornito da Tissot e da quest’anno i costi del cronometraggio sono a carico dell’organizzatore e dell’atleta che tenta il Record».
La ciclista e matematica 37enne approfondisce la questione e snocciola i numeri: «Il preventivo che mi è stato inviato è di 40.000 Euro» Poi prosegue e rimarca, anche col tono di voce: «Io tenterò comunque il Record dell’Ora e mi farò cronometrare dalla compagnia che utilizzo per la prova dell’Inseguimento, ma non mi sembra corretto. Il Record dell’Ora dovrebbe essere accessibile a qualunque atleta ritenga di avere le gambe per provarci e non solo a chi ha le tasche piene per permetterselo. Questo mio progetto vuole essere anche un modo per far riflettere chi governa il ciclismo in modo che riveda il regolamento. Lo faccio anche per le future generazioni di ciclisti, in futuro non vorrei che ci fosse questo problema».
Ecco quindi che si apre il capitolo delle incertezze: «Stiamo cercando di capire come gestire la cosa, attualmente non sappiamo ancora se il tentativo sarà un tentativo di Record dell’Ora ufficialmente riconosciuto oppure no. È tutto in via di definizione, data compresa; ho scelto il mese di maggio che è un periodo caldo e secco a differenza del tentativo del 2023 in cui avevo scelto il periodo piovoso».
In chiusura chiediamo a Vittoria come sta andando la raccolta fondi che ha lanciato poco dopo Natale: «Attualmente si attesta attorno a 2000 Euro. Ringrazio tutti quelli che stanno partecipando, ogni piccolo contributo è importante. Ho letto e sentito cose che mi hanno fatto veramente male, voglio chiarire che i fondi che riesco a raccogliere mi permettono di affrontare la preparazione con più tranquillità. Attualmente qui ad Andorra sono affiancata da due membri del mio staff, Patrizia Spadaccini e Gianmario Colombo: affrontare un training camp in altura con parte del team è decisamente importante». Poi aggiunge: «Vorrei ringraziare gli altri componenti del mio team RoadtoRecord, in particolare L’ingegner Fausto Pella (curatore del progetto del dei Murales di Poggio e Cipressa e uno degli ideatori del Museo della Bicicletta Brianza D’Epoca, ndr) che crede fortemente nel progetto e le aziende partner che mi sostengono».
Per Vittoria non è ancora ora di attaccare la bici al chiodo, prima c’è l’Ora a cui pensare: il conto alla rovescia verso il Record è iniziato.