La sua dimensione naturale è la fuga, i luoghi affollati (il gruppo, ad esempio) non fanno per lui. Frigo deve scappare ad ogni occasione, propizia o no. E se gli corrono dietro scatta ancora per sfoltire la compagnia. Quest’anno lo ha fatto spesso, alla Vuelta la domanda di ogni giorno era: chi sarà in fuga oggi assieme a Frigo?
Un passista-scalatore col pallino dell’attacco fa gola a qualsiasi squadra, e infatti la Israel Premier Tech se l’è assicurato fino al 2026. Ora si tratta di finalizzare, convertire i tentativi in vittorie. Il 24enne di San Giuseppe di Cassola, campione italiano da Under, ci è andato vicino alla tappa 6 della Vuelta, battuto solo da un incontenibile O’Connor. Al secondo giorno del Tour de La Provence è fuggito via alla partenza con altri, che sul Col de l’Aire ha seminato. L’ex iridato Pedersen si è dannato per raggiungerlo, ci è riuscito quando mancavano solo 400 metri alla fine. Istantanee di una stagione conclusa con 73 corse, per totali 11 mila chilometri col numero sulla schiena.
“In gruppo contano le scie e le tattiche, quando sei fuori conta il motore. Vincere nel ciclismo di oggi è difficilissimo, le fughe sono il mio modo di emergere”.
Ti aspettavi di tenere Giro e Vuelta in un solo anno senza battere ciglio?
“E’ una delle cose più positive del mio 2024, ho la consapevolezza di poter tenere bene due grandi Giri. Probabilmente nel 2025 farò ancora Giro e Vuelta, mi servirà per crescere ancora e arrivare più pronto al Tour de France l’anno dopo”.
Un fan club con oltre 200 iscritti è roba da far invidia a qualche campione…
“E pensare che del nucleo iniziale facevo parte anch’io. Era il 2017, assieme a ad alcuni amici siamo andati a vedere la tappa del Giro che finiva ad Asiago. Poi loro hanno iniziato a venire a vedere me e il gruppo si è ingrandito sempre di più. In realtà io sono un pretesto per fare festa, il ciclismo e il divertimento vanno d’accordo”.
Ci parli della tua passione per i motori?
“Sono cresciuto nell’officina di mio nonno e mio papà, ho sempre messo le mani nelle macchine e a fine carriera spero di fare qualche rally come navigatore. Intanto faccio dei raduni di macchine d’epoca con mio papà e, per divertirmi, mi sono comprato un go kart”.
Gli altri corridori vanno in vacanza nelle spiagge calde, tu in Islanda…
“Non potrei mai stare ore steso al sole. Ho girato l’Islanda con sette amici a fine ottobre, mai fermi. Questo è il tipo di vacanza che mi ricarica davvero”.
Giri il mondo con una squadra israeliana e il nome Israel in grande sulla maglia: è andato tutto liscio?
“Qualche momento di tensione c’è stato, ma non mi sono mai sentito in pericolo, anche perché gli organizzatori sono preparati e il team ci tutela. Ci sono state dimostrazioni di attivisti dove c’erano i nostri pullman, nessun problema particolare”.
Nel 2025 si comincia da?
“Dalla Francia, il 2 febbraio, al G.P. La Marseillaise”.