
Mancano poche ore alla Freccia del Brabante e al rientro in gara di Remco Evenepoel. Il belga tornerà nel gruppo dopo l’incidente avuto lo scorso dicembre mentre si allenava in Belgio.
A prendere la parola sui mesi senza luce della Soudal-Quick Step è Jurgen Foré, il numero uno del team belga. Foré è andato subito al punto, spiegando che non solo Remco è stato fermo per diversi mesi, ma che altri corridori della squadra sono stati costretti a fermarsi, evidenziando un periodo estremamente sfortunato.
«Oltre all'indisponibilità di Remco Evenepoel, fatto che tutti conoscono bene, abbiamo avuto altri nove corridori contemporaneamente fuori dai giochi . È un terzo del nostro gruppo ed è un numero enorme. Spero quindi che il ritorno in gara del nostro Remco alla Freccia del Brabante sia il simbolo della sfortuna che finalmente ci sta abbandonando».
Jurgen Foré conosce bene il ciclismo, non solo perché ha corso da giovanissimo, ma perché è figlio di Noël Foré, vincitore della Parigi-Roubaix del 1959 e del Giro delle Fiandre nel 1963, ma anche della Gent-Wevelgem del 1958.
«L'inverno non è stato ovviamente facile per Remco. Vedere i suoi compagni di squadra andare in Spagna per i primi ritiri di gruppo, mentre lui era ancora costretto a stare fermo, è stato piuttosto difficile. Oltre all’aiuto della sua famiglia, lo abbiamo supportato il più possibile come squadra. Lavora da diversi anni con un nucleo affiatato composto dal suo allenatore Koen Pelgrim, dal suo direttore sportivo Klaas Lodewijck, dal suo massaggiatore e dal nostro medico Philip Jansen. Piuttosto che creare troppi contatti diversi intorno a lui, abbiamo privilegiato questo quartetto come suo contatto più diretto. Abbiamo anche un mental coach a disposizione dei corridori che potrebbero averne bisogno. Sono in contatto con Remco continuamente e più spesso tramite WhatsApp, il suo modo di comunicare preferito».
La Soudal-Quick Step ha creato un gruppo forte intorno a Remco e domani il belga tornerà in gara. Non cercherà subito la vittoria ma la Freccia del Brabante sarà per lui un test importante sia dal punto di vista fisico che mentale. «Mi sono assicurato che Remco avesse la struttura migliore per la riabilitazione e non abbiamo cercato di anticipare i tempi di rientro. Durante la nostra presentazione ufficiale all'inizio di gennaio, abbiamo pensato che sarebbe stato troppo doloroso per lui venire a Calpe. Vedere i suoi compagni di squadra pedalare, avrebbe aumentato la sua frustrazione per non essere ancora riuscito a risalire in sella. Per questo gli abbiamo chiesto in seguito di accompagnare parte della nostra selezione per il Giro in un ritiro in Sierra Nevada. Gli è piaciuto davvero molto perché ha ritrovato quell'atmosfera di gruppo che lui ama».
Evenepoel ha un carattere deciso e in squadra ha sempre ricoperto il ruolo di leader. La sua assenza si è fatta sentire, ma fortunatamente la squadra ha potuto contare su corridori come Tim Merlier, Ilan Van Wilder e Maximilian Schachmann, che hanno potuto assumere un ruolo importante nel team, soprattutto come guida per i corridori più giovani. «Con 11 successi dall'inizio della stagione, abbiamo anche dimostrato che la nostra squadra non è formata solo da Remco, che rimane il nostro corridore più importante, possiamo quindi dire di essere un grande gruppo. Sappiamo di non essere l’unica squadra forte e sappiamo di doverci confrontare con team molto forti, come gli Emirati Arabi Uniti con Pogacar o Alpecin con van der Poel. Ma noi abbiamo dimostrato di poter fare bene in tante occasioni e continueremo a farlo».
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