CIAO MAESTRO. FAUSTO COPPI È TORNATO NELLA PACE DELLE SUE COLLINE

APPROFONDIMENTI | 29/12/2024 | 12:16
di Gianpaolo Ormezzano

Vi proponiamo la lettura di un giovanissimo GPO, appena 24enne e non ancora assunto da Tuttosport (sarebbe stato assunto dopo questo pezzo), inviato a Castellania per i funerali del Campionissimo. Era il 5 gennaio 1960 e la sua scrittura era già quella di un assoluto fuoriclasse.


Come sono belle queste sulle colline, con il sole che gioca sulle loro linee stagliate nitide sul cielo azzurro, con la neve che le spruzza qua e là, a chiazze miracolosamente conservate dal gelo, con i filari ordinati, i casolari severi, gli alberi raggrinziti a proteggersi da un inverno benigno ma sornione.


Sono belle e bellissime, e su di esse abbiamo passeggiato questa mattina con Fausto Coppi. Per lui, era l’ultima passeggiata, quella più importante. Chiuso in un feretro, andava verso il cimitero di San Biagio, che è poi nient’altro che un palmo di terra cintato da un muro antico e spesso e occupato da cento tombe. Ma tutto è lillipuziano su queste mirabili colline. Castellania, il paese natale di Fausto, pare messo lì da Dio per distrazione, una manciata di case, quattrocento anime in pochi muri. Chissà mai quale segreto spinge gli uomini a vivere quassù. Forse, un amore della terra così profondo che, se tutti lo capissero, rinnegheremmo noi stessi , come ci ha forgiati l’alito della civiltà e del progresso, imitazione degenere dell’alito con cui Dio diede vita al primo uomo.

Che colline! E che passeggiata, con il sole che ci scaldava il sangue. La rugiata diventa acqua, e scorrevano per le straducole tatuate dalle gomme della auto, rivoli rumorosi, come se fosse primavera. Erano le strade su cui Coppi pedalò bambino. La gente era ai lati, tanta gente, un’assurdità per un paese così piccolo, raccolto al fondo di una valle a cui si arriva solo salendo da Villavernia, salendo molto, sino a che la strada è una mulattiera e una macchina con il motore guasto può significare il caos.

In mezzo alla gente (quanti erano? Ventimila, forse. Di certo molti, e avremmo voluto che qualcuno di coloro che ritengono lo sport un fenomeno folle di esaltazione fosse lì per darci una spiegazione di tanta tristezza), in mezzo alla gente passò il feretro di Coppi, portato a spalla da corridori e seguito da parenti che lo sguardo inquisitore per necessità di mestiere dei nostri colleghi voleva discriminare, tenendo conto dello stato civile uno, dell’affetto l’altro. Noi ci accontentammo di radiografare il feretro, e dentro ci vedemmo Coppi, lungo e immane come ci era apparso sul letto di morte.

Poco prima l’avevamo salutato, e il suo viso ci era apparso per l’ultima volta dietro il vetro della finestrella aperta sul feretro: era un viso tutto diverso da quello visto nella camera ardente di Tortona, un viso bianco e senza forme, quasi che naso e orecchi e occhi fossero stati appiccicati sulla carne da poco. Coppi non era più lui, forse perché lui era sempre stato vita, e vita prepotente, sforzo atletico ineguagliabile. Di botto, ci assalse nella camera della sua povera e sobria casa di Castellania il pensiero di lui com’era, e il contrasto che sino a quel momento non avevamo avvertito, o avevamo respinto, ci assalì in tutta la sua crudezza.

Che Fausto fosse davvero morto, fosse avviato alla pace, all’immobilità che tanto contrasta con il suo corpo fatto apposta per essere movimento e forza, ce lo dissero la folla, i pianti, persino la mesta consuetudine delle strette di mano forti e prolungate con cui ci salutiamo allorché, scovando vecchie amicizie in circostanze simili, proprio nulla abbiamo di importante da dirci al di là del silenzio.

Coppi passò in mezzo alla gente, e parve fendere la folla che un tempo, nelle corse, gli schermava la strada, chiedeva un po’ di lui sporgendosi fi no davanti alla bici, e poi si beava nel vento lasciato dal suo passare. Ecco, quella era l’ultima corsa di Fausto, primo e solo come sempre. Guardammo Gismondi, che Coppi strappò dalla fame e orì al mondo, forte di speranze e di calorie. Gismondi faceva il gregario, ancora una volta, teneva indietro la folla, ordinava l’alt ai portatori delle cinquecento corone, ridava l’avvio al corteo. Il feretro passò davanti all’auto Bianchi targata MI 50882, l’auto che seguì Coppi in cento gare e in cento vittorie.

Chiedemmo a noi stessi, che siamo ammaestrati a didare della retorica, il permesso di essere sentimentali. Coppi disputava l’ultima gara, lassù c’era il riposo, con il babbo e con Serse e con Dina avrebbe iniziato un dialogo che noi non possiamo capire. Qualcuno teneva in mano dei fi ori, e non sapeva che farne, essendo tutto il corteo già sepolto dai fi ori. Nessuno si vergognava del pianto, tutti erano lieti e orgogliosi della loro tristezza.

C’era chi parlava di sfortuna. I vecchi di Castellania dicevano che Fausto aveva pagato i libri e le tasse ai bambini del paese, perché potessero andare a scuola. Le fi glie di Maria salmodiavano, il corteo era lungo, infinito, il feretro pareva sobbalzare sulle spalle dei portatori come un sughero nel mare in tempesta.

Macchine con le targhe di tutta Italia intasavano la strada. Si parlavano tutti i dialetti, molti erano gli stranieri. Un amico mi rivolse una domanda che significa tutto: «Riesci a renderti conto di cosa significava Coppi per tutta questa gente?». Fu in quel momento che il mito prese corpo, e si incarnò in un uomo dal naso lungo e dalle gambe di caucciù: un uomo che, per essere sconfitto, doveva essere assalito a tradimento.

 


Copyright © TBW
COMMENTI
Articolo favoloso!
29 dicembre 2024 16:20 seankelly
Articolo pazzesco! Anche in considerazione della verde età che Ormezzano aveva all'epoca. Di lì a pochi anni avrebbe scalato le vette del giornalismo, toccando la poesia. Ricordo che fu uno dei redattori dell'enciclopedia "Il Pedale d'Oro" in 5 volumi (qualcuno la ricorda?). L'unica cosa che non mi vede d'accordo con questo maestro del giornalismo è la frase su Coppi e Merckx. Secondo me, Eddy è stato il più grande e il più forte di tutti i tempi.

Considerazione
29 dicembre 2024 17:42 italia
Che articolo !!! Incredibile, suggestiva prosa !!!

seankelly
29 dicembre 2024 21:41 stargate
Articolo di grande bellezza e purezza, scaturito da un animo capace di vedere in profondità i sentimenti della gente, il significato delle azioni, dei gesti e delle parole. Abbiamo perso un immenso cantore del ciclismo, e non solo. Quanto alla frase che ricorda seankelly, mi pare che Ormezzano abbia definito Coppi "il più grande", Merckx "il più forte". A prima vista potrebbe apparire una distinzione persino incomprensibile, ma il grande giornalista credo abbia voluto esprimere un giudizio di natura sociologica. Coppi, al di là della grandezza di atleta, ha rappresentato molto per l'Italia, specie se consideriamo il periodo in cui si è espresso ai massimi livelli: dopo guerra, con fame e preoccupazioni che la facevano da padroni. In quest'ottica, concordo con GPO. Cordialità. (Alberto Pionca, Cagliari)

Stargate
30 dicembre 2025 10:48 seankelly
Concordo al 100% con la tua interpretazione della famosa frase. Ritengo anch'io che la giusta interpretazione sia esclusivamente di natura sociologica.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Una tappa... accademica, ma dall'andamento poco scolastico. La terzultima frazione dello UAE Tour, penultima da sprinter prima del clou domenicale sullo Jebel Hafeet, è di fatto un "giro di Dubai da 160 km" con partenza dall'università americana sulla Dubai Marina e...


LUGANO (SVI):  Dopo aver chiuso la sua straordinaria carriera da professionista,  Vincenzo Nibalinon ha mai smesso di pedalare e frequentare il mondo del ciclismo, anche a livello istituzionale. Oggi il suo impegno è rivolto alla crescita della disciplina, con particolare attenzione...


Nel prossimo settembre l’Africa avrà i suoi primi Mondiali di ciclismo, che si svolgeranno dal 21 al 28 in Ruanda a Kigali. Sono tanti i dubbi su questa prova iridata, sulla quale incombe il pericolo della guerra ai confini tra...


In Belgio e alla Lotto sono tutti felici per l’arrivo di Elia Viviani che nel team guidato da Stéphane Heulot, oltre ad avere un suo spazio da protagonista, potrà essere un valido insegnante per i corridori più giovani. Arnaud De...


Molto più di un campione del Mondo. Abbiamo raccolto le profonde riflessioni di Maurizio Fondriest sulla carriera passata e presente, prima da corridore e poi da agente di corridori, tra cui un Buitrago che ha cominciato bene la stagione. Dopodiché...


Tadej Pogacar ha iniziato la sua stagione con un successo all'UAE Tour e sta difendendo la sua maglia rossa in questi giorni sulle strade emiratine, il suo programma è già stato scritto fino ad aprile ma da dibverse settimane ormai...


Si apre la stagione dilettantistica con la classica Coppa San Geo e… si apre anche la grande stagione delle dirette streaming su tuttobiciweb. Sabato 22 febbraio, a partire dalle ore 15, trasmetteremo infatti la parte finale della classica di apertura...


Tra meno di dieci giorni cominceranno le Classiche di primavera e l'Omloop het Nieuwsblad, sarà la prima corsa che vedrà impegnati sia gli uomini che le donne. Nella gara maschile, Van Aert sarà il corridore più atteso, ma dovrà vedersela...


Senza la pretesa di scoprire nulla di nuovo ma, rifacendoci al collaudato detto che “non c’è nulla di più inedito della carta stampata” intendiamo puntare un momento d’attenzione sulla denominazione di una corsa, una classica del calendario chiamiamolo ancora dilettanti,...


Dal quartier generale di Cicli Drali in Via Palmieri a Milano, poco distante da quella Via Chiesa Rossa da cui per anni ha preso le mosse la Milano – Sanremo, giovedì sera è iniziata la stagione 2025 del Team Under23...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024