Trentaquattro anni lo scorso 25 ottobre, Mattia Cattaneo da Alzano Lombardo (da qualche anno trapiantato in Svizzera ma sempre senza rompere il cordone ombelicale con la sua terra orobica), sta vivendo le sue migliori stagioni da professionista. Il corridore della Soudal Quick-Step ha chiuso un 2024 ricco di soddisfazioni.
“Sicuramente per me è stata una stagione molto positiva, ho ottenuto tanti buoni risultati nonostante comincio a diventare un po’ vecchietto (e ride…), speriamo di continuare così anche nel prossimo futuro”.
A proposito di futuro immediato, questo è il momento dove si comincia a programmare la prossima stagione. Oltre alle cronometro nelle quali sei oramai un consacrato protagonista, hai qualche gara dove ti piacerebbe emergere?
“Credo che il miglior augurio che mi posso fare da solo è di continuare a rimanere sul livello che ho raggiunto. Per me rimanere a questi livelli vorrebbe già davvero significare molto. Sugli obiettivi il mio compito è sempre più di supporto ai capitani, quindi dipende tanto dal loro programma di gare, e poi cercherò sicuramente di cogliere quelle che sono le mie opportunità personali nelle cronometro e nelle occasioni che eventualmente ci saranno”.
Sei diventato da poco papà (a inizio ottobre la moglie Erika ha dato alla luce Camilla), è cambiata la vita?
“Sicuramente. Cambiano tante cose, ma cambia tutto in positivo nonostante sia un po’ più faticoso affrontare la vita di tutti i giorni. E’ un passo che andava fatto, è l’età giusta, quindi sono contentissimo anche di questo nel mio 2024”.
Recentemente sei stato alle premiazioni del Comitato provinciale di Bergamo della Federciclismo dove i più contenti e pimpanti sono stati come sempre i piccoli atleti e atlete della categoria Giovanissimi. Che messaggio ti senti di dare a questa categoria tu che sei un bellissimo esempio di longevità agonistica?
“La competizione deve far parte del ciclismo giovanile, ma soprattutto quello che conta è il divertimento. Io dico sempre che fino alla categoria Allievi deve essere principalmente divertimento. E questo lo dico anche se il ciclismo di adesso va in direzioni opposta a quello che è il mio pensiero. A questi ragazzini e ragazzine che fanno parte della categoria Giovanissimi auguro di poter diventare tutti professionisti, ma prima di tutto di diventare grandi uomini e divertirsi con i loro amici e compagni”.
Il ciclismo che cambia, con che animo lo stai vivendo?
“Il mondo va più veloce rispetto a prima e anche il mondo del ciclismo professionistico ha subito tanti cambiamenti, soprattutto dalle categorie giovanili sono arrivati corridori fortissimi sin da subito. E’ un processo che è un po’ inevitabile da invertire ora, credo che la cosa migliore sia continuare a credere che il ciclismo sia sempre un po’ quello di una volta, nonostante questi cambiamenti. Il ciclismo però sta andando in una direzione dove il corridore deve andare subito forte e non per tanti anni rispetto a come era una volta dove si preferiva far crescere con calma i giovani”.
Modi diversi di intendere lo sport, in questo caso il ciclismo, ma allo stesso tempo resta innegabile che è la persona che fa la differenza, non bastano millanta tecnologie per riuscire ad emergere. La vita agonistica di Mattia Cattaneo da Alzano Lombardo è stata tutta una strada lastricata di successi e sogni nelle categorie giovanili, ma anche lastricata da tutta una serie di sfortune da quando dodici anni fa è passato tra i professionisti. Alla fine è però venuta fuori la tempra del ragazzo che non ha mai mollato, è cresciuto, è diventato uomo e ora si sta prendendo quelle soddisfazioni che il destino avverso sembrava volergli negare. Questo è il più grande insegnamento che il ciclismo, lo sport in generale, può dare ai giovani.