GATTI & MISFATTI. TEDDY AMMAZZA IL CICLISMO? NO, L'HA RIANIMATO

GATTI&MISFATTI | 12/10/2024 | 18:26
di Cristiano Gatti

Dalle strade bianche alle strade muschiate, dalla primavera senese in fiore ai colori crepuscolari dell'autunno: il cerchio si chiude. Sempre c'è Pogacar, il quattrostagioni. Poker al Lombardia, a 26 anni appena compiuti: un poker, aggiungo io, non nella corsa degli orsacchiotti, ma nel vero campionato mondiale della fatica (nota doverosa: nessuno si sogni mai di toccare, modificare, limare questa gara, vediamo anzi di fare richiesta all'Unesco per inserirla nel patrimonio dell'umanità). È la corsa che alla fine mi fa vedere sul vialone dopo l'arrivo un Pellizzari col suo immancabile sorriso dire urca, ho i crampi fino alle orecchie, poco più in là Piganzoli accasciato a terra davanti all'ambulanza, gli altri conciati neanche tanto meglio.


In questa corsa, in una corsa così, il campione del mondo rinfresca la memoria e si conferma il numero uno indiscusso e assoluto di questa epoca, rifilando di nuovo distacchi taglia XXL. Anche stavolta 50 chilometri di fuga, ormai la sua distanza canonica, talmente canonica che già ci fa sovrapporre e confondere i ricordi, tante sono le repliche e tanto simili nella memoria.


E adesso la domanda inevitabile è una sola: come riuscire in futuro a trascorrere un'annata migliore di questo 2024? Lo sappiamo, nella stagione abbiamo visto altri fenomeni. Evenepoel è un fenomeno: della crono e dei Giochi. Van Der Poel è un fenomeno: della primavera. Vingegaard è un fenomeno: del Tour. Tutti pezzi pregiati di fenomeno. Teddy però è un fenomeno sempre e dappertutto. È il fenomeno intero, completo, assoluto. Riavvolgendo il nastro della sua stagione sovrumana, oggi viene molto difficile immaginare che anche lui un giorno sarà aggredito dall'età con tutti i suoi annessi e connessi, ogni giorno un dolore nuovo, una mattina dolore alle dita delle mani, una mattina la schiena, una mattina il ginocchio, una mattina la spalla, poi la fatica a scendere dalla macchina, poi la pastiglietta per la pressione, poi la cardioaspirina... Non sembra possibile, davanti a questa sua efficienza eternamente bambina, senza segni di sofferenza e di fatica. Adesso sembra davvero impossibile che la natura possa corrompere questa sua prodigiosa energia, questa sua forza spavalda e spensierata, senza il minimo segno del limite e dell'imperfetto. Se non suonasse vagamente blasfemo, mi sembrerebbe persino giunta l'ora di chiamarlo Taddio.

Vince e si diverte, anche se forse dovrei invertire i fattori, si diverte e vince, il risultato comunque non cambia. Vince e ammazza le corse. Vince nel modo più prevedibile e più scontato. E infatti continua a dare sempre più fiato al partito dell'equilibrio e dell'incertezza, che lo vede ogni volta come il fumo negli occhi.

Il tema ormai è fisso quanto i suoi trionfi: ma questo Teddy ammazza il ciclismo o invece lo salva e lo reinventa? Io voto la due. Non lo dico da tifoso di Teddy, lo dico da tifoso del ciclismo: da tanti anni non avvertivo tanta curiosità – anche vaga, incompetente, superficiale, certo – al di fuori dall'ambiente. Gli amici che nemmeno orecchiavano più da lontano, lentamente tornano a farsi vivi con le domande della beata ignoranza, alla vigilia ma vincerà ancora Poagacar?, dopo la gara chi ha vinto, ancora Pogacar? Nonne e zie, ultrà degli stadi e impiegati delle poste, tutti sanno e chiedono di Pogacar, anche se è l'unico nome che conoscono. È campione delle famiglie. È il campione di famiglia. Magari all'interno del nostro recinto il fenomeno è vissuto ringhiando, serpeggiano veleni e dicerie, il tutto condito in salsa invidiosa. Rigettato dalle invidie del suo settore, è comunque ormai un personaggio globale, amato dal grande pubblico che non ha interessi in gioco e rancori trasversali, è con Sinner il nuovo mondo dello sport stellare, tra l'altro uno sport senza divismo, senza vita notturna e senza tatuaggi a metro quadrato.

L'importante: là fuori, là attorno, si ricomincia a parlare di ciclismo, si ricomincia a dare un'occhiata al ciclismo, si ricomincia a considerare il ciclismo. E proprio nel pieno della più profonda crisi italiana, per inciso. Io questa rinata curiosità, questo rinnovata considerazione, me le tengo strette. E tra l'altro so bene che anche i peggiori odiatori di Pogacar, dentro l'ambiente, alla fine comunque beneficeranno di questo rilancio generale, attaccandosi debitamente al treno in corsa.

Certo, non ha vinto la Vuelta. Nemmeno l'ha corsa. Piano con i superlativi. Andiamoci calmi prima di scomodare certi paragoni. Sì, certo, andiamoci piano, non ha corso la Vuelta.

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COMMENTI
Si accettano solo tifosi
12 ottobre 2024 19:00 Bullet
E niente, se non apprezzi una certa superiorità al limite dell'incredibile sei etichettato come un odiatore comunque come dice Gatti grazie a queste prestazioni il ciclismo italiano risorgerà...(pausa)...

Sempre sempre?
12 ottobre 2024 19:07 maurop
Fenomeno sì ma proprio sempre sempre? Nelle corse che gli si addicono fa la differenza anche con più facilità di Merckx, ma a Merckx si addiceva tutto comprese Roubaix e Sanremo che il nostro vincerà (forse) ma per ora... E non scorderei che Teddy è stato già battuto due volte di fila al Tour nel fiore degli anni. Eddy nel fiore degli anni è ancora lì che aspetta di essere battuto.

GATTI
12 ottobre 2024 19:18 geom54
complimenti, un articolo così, pare scritto da un POgacar con la penna;
al prossimo, e per il ciclismo, sempre.

ma è proprio necessario avere un nuovo Merckx?
12 ottobre 2024 19:24 AleC
Me lo chiedo dato che ormai i paragoni e i dibattiti si sprecano.
Il bello del ciclismo è che non vince sempre il più forte alla partenza, che c'è la tattica l'astuzia la fortuna la sfiga gli errori che rendono tutto più imprevedibile e più bello.
La scientificità della preparazione e della gestione della gara ha inizialmente appiattito fin troppo i valori in campo, non si capiva più chi era un campione dato che a ogni gara vinceva uno diverso (parlo dei tardi 2000-inizio 2010); ora siamo all'eccesos opposto, se togliete Pogacar, MVDP e in parte Evenepoel, agli altri sono rimaste le briciole: la Sanremo di Philipsen, l'Europeo di Laporte, la Vuelta di Roglic...altro?
Spero in un 2025 più democratico, con una elite a giocarsi davvero le corse, con qualche sorpresa in più. Ovviamente con un po' più di Italia...anche solo un pochino di più.

Qualcuno
12 ottobre 2024 19:28 Angliru
Qualcuno ( sponsor ) gode. Altri meno. E' il gioco delle parti

Condivido l'articolo
12 ottobre 2024 20:05 apprendista passista
Sono stato sempre un pò...caustico sui suoi articoli, sempre un "pochino" ricolti a bistrattare la nostra Italia e i nostri Italiani, le nostre corse e la nostra organizzazione. E quindi, quasi mai in sintonia. Stavolta è diverso. Siamo proprio di fronte a un fenomeno. Il numero uno del ciclismo mondiale. E per...distacco.

Gli avversari di Pogacar non si coalizzan.
12 ottobre 2024 20:13 ghorio
Nella tattica di oggi delle squadre avversarie a quella di Pogacar c'è da segnalare una certa carenza. Infatti , dopo la fuga di Pogacar i migliori avrebbe dovuto coalizzarsi e almeno di tentare di riprenderlo. Invece si sono fatti la sfida tra di loro.

@ghorio
12 ottobre 2024 20:57 Frank46
Ancora con ste tattiche.. GHRIOOOO!!!!!! LE GAMBE SANTO CIELO LE GAMBE!!! Ma hai visto più tosto che razza di fuga hanno cercato pur di aggirare il problema della superiorità devastante di Pogacar?

Quelli dietro sono impiccati e collaborano per ciò che possono con le energie che hanno!

Ma possibile che dopo un anno di dominio ancora andate a trovare il problema nell' atteggiamento.

C'è una F1 che corre contro delle F3, che vuoi che possono fare ste "ridicole" F3 dandosi un po' di scia.

Motori completamente diversi santo Dio!




@Frank46
12 ottobre 2024 21:08 ghorio
Un solo invito: quello di ripassare la storia del ciclismo. Prima di Pogacar ci sono stati altri grandi fenomeni, ma venivano attaccati e non aspettavano che lil fenomeno di turno scattasse. Ricordo da ragazzino le lotte tra Gaul e Anquetil ad un Tour e un Giro. Gaul addirittura ha perso un Giro per fare la pipì fermandosi.

Monumento
12 ottobre 2024 21:57 Manu77
Se mantiene una superiorità del genere sui diretti rivali penso che l’anno prossimo provi a vincere la Sanremo partendo dalla Cipressa ( stavolta facendola tutta da solo o quasi…) facendo più o meno gli stessi km da solo cui ci ha ormai abituato … Anche il pirata ci provò è in quel caso era sembrato un super azzardo , ma ora anche le imprese più difficili sembrano alla portata dello sloveno

Manu77
12 ottobre 2024 23:43 fransoli
Secondo me è impossibile nel ciclismo moderno, anche per pogacar.... Alla cipressa ci arrivano dopo chilometri e chilometri di niente o quasi... Per vincerla deve avere la uae migliore possibile a disposizione e quella di quest'anno secondo me non lo era, devono programmarla accuratamente perché è molto difficile fare la differenza

mah..
13 ottobre 2024 01:13 pickett
Tutta questo incremento di popolarità del ciclismo,in Italia,per le imprese di Pogacar non lo avverto proprio.Anzi...Bravissimo Pogacar,tremendamente noiose e scontate le sue vittorie.E sono assolutamente convinto che chi dice di divertirsi non sia sincero.

@ghorio
13 ottobre 2024 01:19 Frank46
Se accendevi la TV prima c'era un attacco e pure interessante ma la UAE l' ha rintuzzato.

Si un tempo ti attaccavano quando facevi la pipì, quando foravi dovevi montarti le ruote da solo , a volte foravi 10 volte e perdevi 3 quarti d'ora, altre volte Bartali stava fino a tarda notte a bere vino e giocare a carte con i gregari di Coppi perché a lui bastavano poche ore di sonno e il vino non gli faceva niente.

Siamo nel 2024! Il mondo è cambiato, la professionalità è diversa e il ciclismo non è più quello con le bici senza rapporti, senza la strada e la radio o la TV in bianco è nero.

Te lo dico con tutto il rispetto per una persona che ha potuto vedere Gaul magari anche dal vivo e ancora sta qui a guardare il ciclismo.

È bello che segui il ciclismo da così tanto tempo, ma è come sentire Giacomo Agostini parlare di MotoGP moderna. A molte cose non ci puoi arrivare.

Parli sempre di tattiche ma le tattiche non le puoi capire. Avrai una grande passione ma non mi puoi parlare di Gaul se non per dirmi delle chicche storiche.

Dove lo doveva attaccare Pogacar? Sul Ghisallo? Forse nel 1950!

Si sarebbero bruciati nel tratto in pianura mentre Pogacar se ne stava bello a ruota con il suo squadrone che i ciclisti dell' epoca che ricordi tu non potevano permettersi.

chi ha corso
13 ottobre 2024 10:40 geom54
con uno come il GiBI sa riconoscere quando è quasi impossibile arrivargli davanti, credo mai, il talento è talento e Pogacar è un Ipermercato del talento, ma non è ancora presente sui bancali di vendita.

Super Pogi
13 ottobre 2024 13:41 59LUIGIB
Premesso che far paragoni tra atleti di epoche diverse è difficile e sconsigliabile a mio modesto parere Pogachar ha un atteggiamento diverso dai mostri che lo hanno preceduto, si diverte fà divertire e riporta in massa i tifosi ai bordi delle strade ha ragione Gatti poi i tempi di scalata parlano da soli a testimoniare le imprese di questo grandissimo patrimonio del ciclismo.

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