A seguito delle gravi dichiarazioni del Direttore ci rendiamo disponibili a portare al signor Feltri tutti i casi di ciclisti investiti, con i loro postumi più o meno gravi, assistiti dalla ZEROSBATTI in questi anni passati sulle strade.
Si tratta di padri, madri, figli, mariti e mogli, tra loro anche molti nonni, e tra questi qualcuno non c’è più, lasciando nipoti e parenti a causa di una condotta illecita di un automobilista che la pensava magari come il signor Feltri.
Se si potesse gli porterei in un bicchiere lo sguardo stralunato di due genitori che hanno perso un figlio, lo farei entrare nella loro sofferenza, devastante, nell’assurdità e incredulità che il figlio sia morto a seguito di una disattenzione di un automobilista, pienamente colpevole.
Lo inviterei anche a pedalare con noi, quando senza possibilità di difenderci rischiamo la vita su strade anacronisticamente occupate da veicoli a motore, arroganti, prepotenti e pericolosi.
Gli mostrerei anche tutte le realtà, che forse non conosce, che esistono da tempo in Europa, impegnate per trasformare le città e renderle più sostenibili e a misura d’uomo, con i mille vantaggi per la salute, l’umore, il lavoro e i rapporti tra le persone.
Dovrei impiegare minuti preziosi a spiegare quanti benefici diretti e indiretti porta l’utilizzo della bicicletta, al cuore, ai polmoni, ai pensieri che nascono quando pedali, più liberi e leggeri, con una mente più attiva e brillante.
Potrei anche portare dati schiaccianti, che dimostrano che le collisioni tra auto e biciclette vedono quasi sempre la colpa degli automobilisti, e solo in percentuali insignificanti condotte illecite di ciclisti, ma in questo caso preferisco impiegare il mio tempo per scrivere questo articolo e redigere una querela, che depositerò nell’interesse di tutti i ciclisti che rappresentiamo con l’associazione ZEROSBATTI, per la promessa fatta, come prima realtà in Italia a prendersi cura giuridicamente della tutela dei diritti dei ciclisti.
Lo faccio perché sono un Avvocato e in questo ruolo ho l’obbligo professionale ma anche morale di impegnarmi nella difesa dei diritti lesi anzi calpestati e lo devo a tutti gli associati ciclisti e non, perché certe dichiarazioni non rimangano senza conseguenze.