La giornata d'apertura dell'Italian Bike Festival all'Autodromo Marco Simocelli di Misano Adriatico è stata l'occasione per ricordare la Grande Partenza del Tour de France 2024 dall'Italia e tirare le somme di cosa ha lasciato la Grand Départ della Grande Boucle in Emilia Romagna.
Andrea Manusia, manager del Cycle Tourism Communication & Marketing department di APT Emilia Romagna, con i colleghi Nicholas Montemaggi e Roberto Feroli, hanno lavorato nel team di Davide Cassani per concretizzare il sogno di portare la corsa a tappe più importante del mondo nel nostro Paese.
«Tutto è iniziato nel 2020, quando la nostra terra ha salvato il campionato del mondo durante la pandemia. La rassegna iridata di Imola, con le riprese tv che hanno fatto il giro del mondo, hanno acceso l'interesse di Christian Prudhomme, che il presidente di Apt Servizi Emilia-Romagna Davide Cassani ha saputo cogliere al volo» ha ricordato Manusia, che nell'ultimo anno e mezzo ha accompagnato 60 tra giornalisti, contect creator e influncer da tutto il mondo in press trip alla scoperta della regione che con Toscana e Piemonte ha fatto la storia portando per la prima volta una grande partenza del Tour in Italia.
«ASO è tremendamente puntigliosa nella parte di programmazione, i professionisti della società organizzatrice del Tour con cui ci confrontavamo spaccavano il capello in quattro su ogni aspetto, ma nei giorni dell'evento invece sono stati serenissimi e già pensavano a Barcellona 2026. Questo dovremmo impararlo dai cugini francesi, visto che spesso noi italiani siamo tranquilli quando sarebbe ora di portarsi avanti con il lavoro per poi essere assaliti dall'ansia sottodata. Dalle balle di fieno per proteggere gli ostacoli lungo la strada alla presentazione dei team a Firenze passando per tutto il resto è stata una bellissima sfida, di quelle che bastano una volta nella vita» ha raccontato con il sorriso Roberto Feroli, Project leader Grand Départ, che si è occupato nello specifico delle relazioni politiche tra la Regione e i 58 comuni che la compongono.
«Abbiamo creato dei profili social dedicati alla grande partenza che sono letteralmente esplosi tra il 29 giugno e i primi giorni di luglio. La maggior parte dei contenuti sono stati ovviamente pianificati e studiati, altri sono nati spontanei grazie alla genialità dei tifosi. Ricordo ad esempio i ragazzi piacentini che al via della tappa dalla loro città hanno regalato a Pogacar la tipica coppa, dicendogli che era meglio del trofeo del Tour. Con il sindaco di Piacenza alla fine li abbiamo portati a Nizza e Tadej li ha ringraziati, assicurando che dopo aver conquistato la maglia gialla ora avrebbe potuto godersi il salume» aggiunge Nicholas Montemaggi, responsabile comunicazione digitale per il Grand Départ, che solo nella riviera romagnola, quindi per le prime due tappe in Italia, ha contato 300.000 presenze turistiche e 2 milioni di persone sulle strade.
Il ritorno dell'evento continua con tanti appassionati che vogliono pedalare sulle strade percorse dai campioni del Tour de France e proseguirà anche su Netflix con la serie dedicata alla Grande Boucle che offrirà una nuova esposizione alle città che hanno ospitato la corsa. Per entrare più nello specifico di numeri e cifre, che si preannunciano strepitose, il 26 settembre al Grand Hotel di Rimini verrà presentata una ricerca sulla ricaduta economica del Grand Départ commissionata dalla Regione Emilia Romagna.