Wout Van Aert, nel suo abito verde, sembrava lanciato in un volapiè straordinario. Lui, che è una delle prime spade del gruppo, voleva trionfare davanti alla Puerta del Principe. Da lì escono, portati a spalle, i toreri che dopo una corrida magnifica, entrano nella storia. Ma di fronte alla Real Maestranza di Siviglia la stoccata vincente è di un novillero ceco, Pavel Bittner, 21 anni. Per lui, vincitore di due tappe a Burgos, antipasto della Vuelta, una giornata indimenticabile.
Molto emozionato “E’ una grande emozione non solo per me ma per tutto il team. E’ la prima volta che un corridore che arriva dalla squadra Devo conquista la vittoria in una grande corsa. La passione per il ciclismo arriva soprattutto dalla mia famiglia. Mio nonno e mio papà hanno corso in bici. Mi hanno instradato loro”.
Una tappa che potrebbe, seppure in questa Vuelta sulla carta non ci sono più occasioni per i velocisti, cambiargli le prospettive. “Finora mi sono confrontato con corridori che mi sembravano molto più veloci di me, ma le persone che ho attorno mi hanno spinto a tenere duro. Ad avere più fiducia nei miei mezzi. Questa vittoria è la conferma che avevano ragione e di sicuro ora mi sentirò più sicuro delle mie possibilità. Spero sia solo il principio di molte belle cose che posso ottenere anche se in questa corsa le mie chance credo siano finite. Mi metterò a disposizione dei compagni”.
Ma cosa vuol dire battere un campione come Van Aert? “Quando corro non è che faccio molti calcoli su chi ho attorno. Però Wout è uno dei corridori più forti degli ultimi anni. Batterlo mi fa molto piacere”. Forse la Spagna è nel destino di questo ragazzone sorridente. “Ho studiato castigliano a scuola, dieci ore a settimana. Ho preso anche un appartamento a Calpe per allenarmi”.
Van Aert, invece, trova una spiegazione al suo piazzamento: “E’ stato uno sprint ad alta velocità. Non sono riuscito a fare quello che avevo in testa perché sul rettilineo finale i continui cambi di luce, sole-ombra, mi hanno un po’ disorientato”.
Roglic intanto prosegue la sua corsa in maglia rossa. A domani non ha ancora pensato. “Non ne so tanto - dichiara - solo che è dura. Potrebbe essere una buona occasione per la fuga”. Gli spagnoli sperano, o sognano, che Eric Mas possa batterlo. “É un ragazzo forte, un avversario sicuramente duro. E’ la sua corsa, quella dove da sempre il meglio. Però non è l’unico con il quale dovrò fare i conti”. C’è chi ipotizza che potrebbe lasciare la maglia, come nella Vuelta 2021, quando la cedette per una settimana al danese Odd Eking, prima di riprenderla a ai Laghi di Enol e portarla fino al traguardo di Santiago de Compostela. “É una possibilità. Dipende dalla situazione della corsa, da come si sviluppa. Vedremo”.