Ecco un bilancio non solo dello sfortunato omnium di Letizia Paternoster ma di tutta l'Olimpiade della pista.
Queste le dichiarazioni del c.t. azzurro Marco Villa al termine di Parigi 2024:
«Non so quanto abbia inciso la caduta in apertura dell'Omnium sulla prestazione di Letizia, penso sia più un sintomo della sua giornata storta. Ne parlerò con lei ma ritengo sia stato un problema soprattutto legato a quanto lei "senta" ogni gara, era carica a molla per far bene e a volte l'emozione può giocare scherzi del genere. Conosciamo tutti la voglia di vincere di Letizia, è giovane e deve imparare a gestirsi e non andare in confusione quando le cose non stanno andando come sperato. Prima della corsa a punti le ho detto "usiamola per fare esperienza e capire cosa dobbiamo correggere" poi forse non si è alimentata bene. Parlerò con lei con la dovuta calma quando si sarà ripresa. Lei rimane un'atleta su cui mi piacerebbe molto lavorare perché ha ancora ottimi margini di crescita».
«Da questa Olimpiade portiamo a casa una medaglia per ciascuno dei tre metalli, siamo in linea col lavoro egregio che stiamo svolgendo e continuiamo a lavorare per migliorare ulteriormente le prestazioni e i bottini. Il ciclismo su pista ormai ha un livello altissimo, altre nazioni sono venute qua pensando di far meglio e invece hanno dovuto "dividere i successi" con altre. Abbiamo un gruppo femminile giovane e uno maschile più esperto, ma che può ancora andare avanti a lungo, Viviani docet. Chi di loro vuol restare in questo gruppo è ben accetto, poi per fortuna abbiamo pure nuove leve come Manlio Moro che sta venendo su bene dopo essere cresciuto coi grandi. A livello juniores e Under 23 stiamo vincendo titoli internazionali, come il quartetto U23 che un mese fa ha battuto un Belgio stellare. Dobbiamo insistere nel far sistema e non perdere talenti a causa della strada. Spero che risultati come i nostri o come quelli dell'americana Faulkner insegnino e consolidino la giusta mentalità».
«Io sono qui con mandato quadriennale e questo è stato il mio terzo: ho a cuore il movimento e credo nella Federazione, a prescindere da chi sia su a decidere. In questo ruolo sto bene e ho voglia di proseguire, a patto di continuare a fare sistema in maniera armonica e portando avanti i percorsi di pari passo. Dico questo perché, senza fare nomi, ci sono giovani promettenti che hanno vinto ai Mondiali Juniores con Salvoldi che successivamente non hanno risposto alle mie convocazioni e in pista non sono più venuti...».