Per Marcel Camprubì, spagnolo (che parla molto bene l’italiano ndr) classe 2001, quella di quest’anno è la seconda stagione tra i professionisti grazie alla formazione del Team Manager Douglas Ryder che ha creduto nel potenziale di questo giovane ragazzo con un passato da triatleta, disciplina abbandonata nel 2020 in seguito ad una lesione al piede che non gli ha permesso di nuotare e correre per tanto tempo. Il tutto è avvenuto in piena pandemia, Marcel ha avuto la possibilità di dedicarsi maggiormente alla bicicletta e ha scoperto... la sua strada.
Incontriamo il portacolori della Q36.5 Pro Cycling Team alla partenza della terza tappa dell’Arctic Race of Norway e ne approfittiamo per scambiare due chiacchiere con lui: «È molto diverso il triathlon dal ciclismo su strada anche perché io facevo la corta distanza con gara di un paio di ore al massimo, qui su strada invece al di sotto delle tre ore e mezza non c’è nessuna corsa, almeno tra i professionisti. Ma questo sport è molto più divertente, sia in allenamento che in gara. Cosa mi piace di più del ciclismo? La strategia di squadra mi affascina molto».
Prima peró di lasciarlo andare al foglio firma gli chiediamo un bilancio di queste due prime tappe all’Arctic Race of Norway: “«Per ora sta andando bene, con Christen che ha centrato due top10 nelle due volate. Oggi ci aspetta una tappa importante in ottica classifica generale: credo che si delineerà oggi la graduatoria finale e noi puntiamo su Brambilla che è il nostro capitano».
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