Richard CARAPAZ. 10 e lode. Va come una locomotora del Carchi. Non sbuffa e non bluffa, lui è uno vero, concreto e generoso, che si porta finalmente a casa ciò che si merita dall’inizio di questo Tour (non dimentichiamoci che è stato anche un giorno in giallo). Una vittoria di tappa strameritata: dopo tre tappe al Giro d’Italia e altrettante alla Vuelta, eccolo finalmente primo anche sulle strade incandescenti del Tour. Un due tre: una vittoria di tappa in almeno tutti e tre i Grandi Giri. Anche Richard entra a far parte di questo club esclusivo (ne fanno parte in 110). Corridore di talento e di valore assoluto, questa vittoria è assolutamente meritata: per lui un salto in classifica di quattro posizioni in un colpo solo.
Simon YATES. 8,5. Prova a vincere la tappa, ma sulla sua strada trova uno degli uomini più in forma di questo Tour. Fa il massimo con una condizione che è in chiaro miglioramento. Guadagna tanto tempo in classifica, guadagna una posizione nella generale: adesso è 13° a poco più di 6’ dalla decima posizione.
Enric MAS. 5,5. È una delle grandi delusioni di questo Tour, uno dei protagonisti mancati che oggi provano ad esserci. C’è, lo si vede, ma in una tappa così doveva e poteva fare di più.
Laurens DE PLUS. 6,5. Corsa d’attacco, dall’inizio alla fine, in una frazione filata via a velocità folle. Porta a casa un quarto posto di sostanza che vale ben più.
Oscar ONLEY. 7. Il 21enne britannico del Team dsm-firmenich PostNL mette in mostra una grande condizione nella terza settimana di corsa. Non è da tutti. È da corridori veri.
Guillaume MARTIN. 6,5. Vorrebbe regalare la quarta vittoria di tappa alla Francia, ma riesce a mettere assieme solo una buonissima frazione, che fa bene più alla testa che alla classifica o al palmares.
Magnus CORT. 6,5. Uomo spettacolo, uomo immagine, un corridore coi fiocchi e con i baffi: blu. Uomo “denim”: che stoffa.
Remco EVENEPOEL. 7. Mette pressione a Vingegaard, che anche oggi finisce ad inseguire sempre. Rosicchia qualche secondo, per rafforzare il suo secondo.
Tadej POGACAR. 6. Fa paura anche oggi, con una rasoiata nel finale che fa male e fa tremare i polsi al danese. Oggi gli porta via 2” con una volata maligna che è simbolo del suo modo di fare ciclismo: mai mollare.
Jonas VINGEGAARD. 5,5. Vorrebbe tirare il fiato prima delle grandi montagne, invece gli tocca tirare, anche oggi.
Giulio CICCONE. 6. Difende il suo 8° posto con i denti, dall’attacco di Derek Gee, che è lì a pochi secondi.
Biniam GIRMAY. 6,5. Difende la maglia verde e porta a casa alla fine un punticino in più: ora il suo vantaggio su Philipsen è di 33 punti.