Jasper PHILIPSEN. 10 e lode. Gliela mettono perfettamente sul piatto. Se c’è Mathieu Van der Poel (strepitoso anche Robbe Ghys) ad apparecchiare la tavola, Jasper mangia senza nemmeno sporcarsi le dita. Per lui terzo successo di tappa in questo Tour, il nono nelle ultime tre partecipazioni. Vittoria numero 7 in stagione, la numero 49 in carriera, numeri importanti per un “bomber” che se gli lasci spazio va in gol facile facile. Meno scontate le parole nel dopo corsa: «Mi spiace molto per Biniam (Girmay, ndr), so che è caduto e spero che possa rimettersi al più presto per difendere la sua maglia verde». Super in tutto.
Phil BAUHAUS. 8. Ci arriva vicino, ma troppo lontano per potersi lamentare di qualcosa. È il più bravo del resto del mondo, ma il più bravo del mondo è davanti a lui.
Alexander KRISTOFF. 8. Non è più un ragazzino, ma sgambetta meglio di tante giovani promesse.
Sam BENNETT. 6. Riesce a fare la volata ed è già tanto.
Danny VAN POPPEL. 5. Ci prova, e per la prima volta in questo Tour riesce a fare una top dieci.
Wout VAN AERT. 5. Ci prova, ma non è anno, non è Tour, non è giornata.
Dylan GROENEWEGEN. 4. Ha portato a casa una tappa, ma questa volta non arriva nemmeno a tirare in porta.
Biniam GIRMAY. 17. Cade a milletrecento metri dal traguardo. Brutta botta alla spalla destra per il corridore eritreo, brutta botta per il morale, adesso ha solo 32 punti di vantaggio sul belga: 376 a 344. Tutto è riaperto.
Arnaud DEMARE. 8. Domenica è arrivato ultimo, ultimissimo, a trenta secondi dal tempo massimo, oggi poteva fare quello che voleva: chapeau!
Stefan KÜNG. 6. Pronti via e lui va in fuga… per un’esigenza fisiologica immantinente. È una delle azioni più belle di giornata.
Magnus CORT NIELSEN. 7. Corre con il baffo blu, come i puffi, come quel tessuto blue jeans, il famosissimo “denim”, contrazione naturale di “de Nimes”, di Nimes, sede di arrivo e di partenza di una storia he ha fatto il giro del mondo: come questa foto.