Le strade del Tour de France sono un labirinto di umanità, una ragnatela di memorie, una genealogia di nostalgie. Le strade del Tour de France sono asfaltate, una tappa anche sterrate, nei centri storici pavimentate di pavè. Le strade del Tour de France sono nazionali e regionali, diritte fra gli ippocastani, storte fra gli abeti, non tutte – non quest’anno: l’arrivo finale sarà a Nizza – portano a Parigi. Le strade del Tour de France tramandano e riecheggiano storie, inneggiano anche a sloveni e danesi, battezzate anche in nome e cognome agli italiani, c’è una rue Fausto Coppi a Saint-Jean, nella Haute-Garonne, di cui poco o niente si è mai scritto. Le strade del Tour de France sono chiassose, rumorose, colorate, festose e festive anche nei giorni feriali, solari e assolate anche quando piove, a volte addirittura solitarie – certe strade e certi spettatori -, ma molto più spesso, quasi sempre, affollate. Io vedo sempre Paolo Conte, su un paracarro, che aspetta Gino Bartali. E il suo naso. Il naso di Gino Bartali, da pugile, e il naso di Paolo Conte, da gomena.
Però viva le strade zitte. Chissà quanti le avranno chiamate così, ma a definirle, a classificarle, a cercarle trovarle descriverle così è stato Paolo Tagliacarne, nome da santo illuminato sulla strada di Damasco (sterrata e forse zitta), cognome più da macellaio che da cartografo, un amico che a un certo punto della vita ha voluto la bicicletta, ha cominciato a pedalare e non ha ancora smesso, sempre che un giorno lo faccia. Le sue strade zitte sono quelle trascurate dalle macchine, risparmiate dai camion, negate dagli autobus e dimenticate dai pullman, dunque amate da chi va in bici. Perché finalmente lì si inspira bicicletta e si espira ciclismo, si gode la vita e si gusta la vista.
Così la notizia che il progetto nominato “Strade Zitte”, con tanto di maiuscole, abbia vinto la prima edizione del Premio Innovazione ImpreSapiens, con tante maiuscole, organizzato dall’Università Sapienza di Roma, e ancora con tante maiuscole, mi sembra una gran bella notizia, anzi, maiuscola. Più di 280 percorsi cicloturistici gratuiti lungo strade secondarie di campagna e montagna, disponibili perché liberamente scaricabili dal file Gpx sul sito www.turbolento.net con galleria fotografica e scheda tecnica.
“Le Strade Zitte – spiega Tagliacarne - non sono solo percorsi cicloturistici, ma un impegno profondo verso la tutela del nostro patrimonio naturale, in linea con i valori dell’articolo 9 della Costituzione italiana. Creiamo ricadute economiche che valorizzano le aree meno frequentate d’Italia, promuovendo un turismo esperienziale, sostenibile e non convenzionale. Allineato a quanto emerso dalla recente ricerca - alla sua quarta edizione nel 2024 - sugli sviluppi del turismo in Italia. Ricerca promossa e realizzata dall’Università Cattolica in collaborazione con Publitalia ’80. Tra i soggetti coinvolti dalla ricerca per il segmento ‘Turismo Sportivo’ erano presenti anche le Strade Zitte. Guidati dal pensiero di Albert Einstein, ‘Il futuro prima che altrove è nella nostra testa’, abbiamo sviluppato questo progetto che continua a crescere e a raccontare nuove storie attraverso le strade meno battute”. Evviva
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