Filippo GANNA. 10 e lode. Lacrime dolci singhiozzate con pudore. Parole spezzate dall’emozione di tornare a vincere sulle strade del Giro dopo tre anni. L’ultima corsa contro il tempo vinta dal gigante di Vignone era alla Vuelta: 5 settembre dell’anno scorso. Quanta attesa, costellata da lavoro e abnegazione, da dedizione assoluta. Quanti hurrà mancati per un nonnulla, strozzati in gola sul più bello, che oggi faticano a fuoriuscire per l’emozione. Lacrime dolci come zucchero, dopo l’amaro di Perugia, dopo quegli ultimi sei chilometri duri come macigni, che lo hanno respinto nel giorno di Taddeo. Lacrime dolci e singhiozzate con pudore bambino, lui che è ragazzo e uomo pluridecorato a livello mondiale. È vero, è uomo che conosce la vittoria. La conosce e per questo la insegue e la rispetta: la accoglie. Mancava, la vittoria, al nostro Pippo. A noi mancava Ganna. Eccome se ci mancava.
Tadej POGACAR. 10. Monocorona in testa, perché fin qui è il monarca assoluto di questo Giro, ma una monocorona è montata anche sulla sua super Colnago, che per l’occasione ha usato un 62x11-34. Arriva con la bocca appena socchiusa, nessun segno di fatica sul volto. Nessun cedimento. Un controllo assoluto del corpo e del mezzo. Nel tratto iniziale più impegnativo fa anche meglio di SuperPippo, poi si mette in modalità controllo e lascia che la sua sagoma finisca sul traguardo, appena dietro a TopGanna.
Thymen ARENSMAN. 8. Il 24enne olandese della Ineos Grenadiers (alla squadra il voto è 10, tre nei primi quattro) fa una prova super, anche se la sua è tutta un’altra corsa, quei due davanti oggi praticano un altro sport.
Geraint THOMAS. 5. Se lo valutassimo come prova singola è più che buona, perché un quarto posto è più che buono. Ma il gallese, fino a prova contraria, è qui per fare classifica e la sta facendo, ma oggi ne esce ancora una volta battuto. Nonostante il suo 66x11-34, quarantacinque secondi li lascia a Pogacar: quindi…
Luke PLAPP. 7. Si riprende bene il 23enne australiano della Jayco AlUla. Un quinto posto finale molto confortante, anche se oggi la strada era tutta dritta e piatta, da domani non sarà più così.
Antonio TIBERI. 7. Conferma di essere sul pezzo come pochi e conferma le proprie attitudini nelle prove contro il tempo. Antonio non è più un mistero e non si nasconde. Procede deciso il suo Giro di altissimo livello, e ora non deve più temere di scalare le montagne e la classifica: non gli girerà la testa, è uomo da Giro.
Ben O’CONNOR. 6,5. È uno scalatore che sa andare forte anche nelle prove contro il tempo e oggi lo dimostra una volta di più. È uomo da grande Giri, ma anche da grandi crisi. Se non ne avrà, farà certamente qualcosa di grande.
Tobias FOSS. 6. Anche lui un Ineos, che si piazza 8°. Per i loro standard va piano. Però in questo campionato sociale ne piazzano quattro nei primi otto. L’ex campione del mondo sa come si fa in certe prove, oggi fatica più del dovuto.
Edoardo AFFINI. 6. Il 27enne mantovano corre quasi sulle proprie strade. Mette in mostra una buona prova, non super ma molto buona, da top ten. Non male.
Daniel MARTINEZ. 5. A crono si arrangia piuttosto bene, ma oggi fa solo collezione di secondi persi. Ne perde una gran bella manciata: 1’16”. Non è poco.
Filippo ZANA. 6. Ha lavorato tanto sulla bici da crono, ma su certi percorsi non può certo far miracoli. Si difende, così risale al 7° posto in classifica.
Lorenzo FORTUNATO. 5,5. Se gli metti una crono gli vuoi male. Oggi non fa bene. C’è anche domani.
Magnus SHEFFIELD. 17. Il 22enne americano del team Ineos mette su strada una prova di livello assoluto. L’esercizio lo conosce bene: è nelle sue corde, deve solo sistemare un pochino l’aspetto della guidabilità del mezzo. Finisce per terra scivolando sulla vernice di segnalazioni stradali: una derapata che gli costa qualche millimetro di pelle e diversi secondi che potevano posizionarlo molto più in alto.
Simon GESCHKE. 6. Il corridore della Cofidis corre la crono con il body azzurro Mediolanum in qualità di possessore indiretto della maglia di miglior scalatore, che è però di proprietà di Tadej Pogacar. Come da prassi, ieri sera gli viene consegnato il body in albergo, ma chi riceve il pacchetto da parte dell’organizzazione, pensa bene di “imbertarselo” (da "berta", ossia "tasca": portare via qualcosa di nascosto). Il body azzurro rifatto questa mattina in fretta e furia viene consegnato al team e viene vestito dal 38enne corridore tedesco, che però nella crono di Desenzano non riesce a rubare la scena: 48° a 4’06” da Ganna.