Julian ALAPHILIPPE. 10 e lode. LouLou torna a sorridere, torna alla vittoria, a quasi un anno di distanza, da quel 5 giugno di un anno fa, al Giro del Delfinato. Vittoria numero 42 in carriera, tra le quali spiccano due titoli mondiali, tre Freccia Vallone, una Milano-Sanremo, una Strade Bianche e sei tappe al Tour e una alla Vuelta, tanto per citarne qualcuna: adesso arriva la prima sulle strade del Giro (alla media folle di 46,744 km/h), per lui che in Italia ha raccolto vittorie importanti. Fano, solo 138 km la separano da Imola, dove il d’Artagnan del ciclismo mondiale seppe vincere il primo dei suoi due Mondiali in fila: era il 2020, era Covid. Gesto atletico di altissima classe quello del transalpino sui muri marchigiani, sul muro del monte Giove, dove saluta l’eroico Maestri e s’invola da solo verso Fano. Gesto da grande signore quello di andare a cercare Mirco per ringraziarlo. Chapeau!
Mirco MAESTRI. 10. Con tutto il rispetto, queste non sono fughe pubblicitarie, di semplice visibilità. Sono azioni da corridori veri, da squadre mature, che provano a lottare da par loro con le formazioni più blasonate. Oggi Mirco fa un corsone, in una tappa che è difficile solo da leggere, da visionare. Viene il mal di gambe anche in macchina, figurarsi in bicicletta. Lo chiamano Paperino, ma oggi Mirko è perlomeno come il suo idolo Julian Alaphilippe. Da oggi Mirco chiamatelo maestro!
Jhonatan NARVAEZ. 8. L’ecuadoriano sta facendo un grandissimo Giro d’Italia. Partito a razzo da Torino con tanto di maglia rosa conquistata in avvio, non ha smesso di mettersi in mostra e raccogliere piazzamenti importanti. Talento assoluto, lavoro prezioso.
Quinten HERMANS. 7. Il 28enne belga della Alpecin Deceunick fa corsa d’avanguardia, in questa gara da mal di mare, non perché lo si sfiora o lo si abbandona, ma perché non c’è un metro di pianura e ci sono muri che tolgono il fiato. Arriva terzo, ma oggi è qualcosa di più, molto di più.
Michael VALGREN. 7. Il 32enne danese fa corsa d’avanguardia e termina la sua fatica nella top five. Uomo di sostanza, che sostanzialmente partecipa alla festa del ciclismo: perché oggi è stata festa!
Christian SCARONI. 6,5. Il 26enne bresciano della Astana Qazaqstan entra nelle azioni più importanti e resta là con la meglio gioventù di questo Giro.
Matteo TRENTIN. 6,5. Non è più un ragazzino, visti i suoi 34 anni, ma corre come se lo fosse ancora. Dicono: ma non avrà l’incoscienza di un ragazzino. Secondo voi correre ancora in mezzo a questi pazzi è da corridori normali? Fuori serie!
Tadej POGACAR. 9. Non per quello che fa, ma per quello che dice, alla fine della tappa: «Julian ha fatto qualcosa di speciale, è stato bravissimo, perché non era assolutamente facile, anche perché in tanti puntavano a questa tappa. Oggi Julian ha fatto qualcosa di monumentale». Il voto è il mio, ma in questo caso è il giudizio della maglia rosa che fa la differenza.