Ad Oropa è stato il giorno di Tadej Pogacar e del ricordo di Marco Pantani, il giorno delle emozioni e del grande spettacolo, ma anche il giorno di Andrea Piccolo. Il corridore milanese della Ef Education Easy Post si è preso una fetta della giornata dando, ma soprattutto dandosi, un segnale forte e chiaro. Andrea c’è, sta bene ed è al Giro con l’obiettivo di una tappa, lo ha dimostrato con una giornata tutta passata all’attacco e lo ha ribadito affrontando da solo, senza paura e senza timore, una salita scolpita nella leggenda. Il gruppo è riuscito a riprenderlo a soli 5 km dal traguardo.
«Da italiano per me Oropa rappresenta qualcosa di gigantesco – spiega Andrea Piccolo a tuttobiciweb -: Oropa è il mito, la leggenda. Per noi italiani è la salita di Marco Pantani e io sono cresciuto appassionandomi al ciclismo grazie a quel ricordo. Solo pensare di affrontarla in una tappa del Giro mi emozionava, farne un pezzo da solo davanti è stato qualcosa di indescrivibile. Meno chilometri mancavano all’inizio della salita, più mi rendevo conto di essere sempre più vicino a qualcosa di straordinario, l’emozione cresceva poco alla volta e la possibilità di affrontare la salita da solo mi spingeva ancora di più a dare il massimo. Arrivato a Biella, proprio ai piedi della salita, sono stato accolto da una folla oceanica, sulle strade c’erano tantissime persone che mi incitavano e sulle rampe il pubblico continuava ad aumentare. E’ stato pazzesco».
Andrea Piccolo si è presentato al Giro in cerca di risposte, ma soprattutto con l’obbiettivo di vincere una tappa e dopo solo due giorni di gara già si è lanciato all’attacco provando a sfidare il gruppo del favoritissimo Tadej Pogacar. «Sono arrivato al Giro dopo essermi allenato duramente e volevo subito avere delle risposte per capire a che punto fossi della preparazione - ha spiegato Andrea sottolineando l’obiettivo iniziare di provare a vincere una tappa lasciando il suo segno al Giro – purtroppo con gli altri compagni di fuga non abbiamo trovato mai un vero accordo e infatti il nostro vantaggio è rimasto sempre molto contenuto. Al traguardo volante di Nelva abbiamo fatto una volata e ho guadagnato un piccolo vantaggio, dalla radio mi hanno detto di tirare dritto e così ho spinto sui pedali e ho provato a giocarmi la tappa da solo. Sapevo che arrivare sarebbe stato praticamente impossibile, davanti al gruppo la Uae stava imponendo un ritmo incredibile, ma ho provato comunque a giocarmi le mie carte. Sono soddisfatto della mia prestazione, ho trovato conferme e per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentito veramente bene in gara».
La bella azione di Piccolo nella tappa di Oropa è la conferma di un giovane talento che è tornato a competere con i migliori, ha emozionato ed emozionerà ancora perché dopo tutto il Giro è appena iniziato. Se l’obiettivo iniziale era quello di vincere una tappa, ora, visto i punti preziosi accumulati nella classifica scalatori, provare a vincere la maglia azzurra potrebbe essere più che una remota possibilità. Nonostante gli ottimi segnali sembra però presto dirlo: «il piano della squadra è quello di una tappa, ma credo che dopo la prima settimana si potrà fare un primo bilancio e capire dove posso arrivare e magari provare a far diventare la maglia azzurra un obiettivo.» ci dice infine Andrea che promette di riprovarci ancora e ancora.