Dopo lo spettacolo della tappa inaugurale di Torino, il Giro entra nel vivo proponendo il primo arrivo in salita. La prima parte della San Francesco al Campo - Santuario di Oropa di 161 km si snoda pianeggiante attraverso il Canavese e il Vercellese fino a Valdengo dove poi si impenna e concatena un susseguirsi di salite e discese senza un attimo di respiro.
per seguire il racconto in diretta dell'intera tappa a partire dalle 12.55 CLICCA QUI
Si scalano dapprima Crocemosso e Oasi Zegna fino ad arrivare alla salita pedalabile di Nelva. Discesa veloce su Biella dove inizia la salita finale di Oropa sul percorso “classico” già affrontato in diverse occasioni dal Giro d’Italia. La prima parte, fino all’abitato di Favaro, presenta pendenze dolci ma proprio nell’abitato di Favaro, con pavimentazione in porfido, si raggiungono le pendenze massime (attorno al 13%). La salita prosegue con numerose curve e con pendenze attorno al 9% fino all’arrivo. Complessivamente, la salita misura 11,8 km al 6,2% di pendenza media.
L'ITALIA DEL GIRO
Si respira ciclismo a San Francesco al Campo, il piccolo centro a 20 chilometri da Torino dove dal 1996 è in funzione il Velodromo Francone, punto di riferimento per i pistard del Nord-Ovest e centro di avviamento federale. Lo si visita come in pellegrinaggio, con il pensiero ai tanti atleti che in quasi 30 anni hanno costruito qui i loro sogni. Quindi ci si avvia sulle tracce dei corridori nelle terre del Canavese, defilate ma ricche di spunti di interesse, storico e gastronomico.
A Rivarolo Canavese si ammira, per esempio, il Castello Malgrà che sovrasta e protegge l’abitato del lontano 1333, mentre a Caluso ci si immerge tra i vigneti del pregiato Erbaluce di Caluso DOC e di un altrettanto rinomato Passito. Vini che si possono apprezzare anche sostando all’Enoteca Regionale dei Vini della provincia di Torino che ha sede proprio a Caluso.
La lunga, ma veloce, traversata tra le risaie del Vercellese conduce in provincia di Biella. Una terra da secoli votata all’industria tessile di altissima qualità, ma che riserva innumerevoli occasioni di sosta. A Valdengo si ammira un altro sontuoso maniero trecentesco, ma basta allontanarsi dal tracciato di gara per cinque chilometri per entrare nel fiabesco piccolo mondo antico del Ricetto di Candelo, borgo medievale splendidamente conservato tra i cui viottoli lastricati è davvero emozionante incamminarsi.
Superata Crocemosso, primo gran Premio della montagna di giornata, si entra nel cuore del distretto industriale del Tessile, con la possibilità di osservare anche numerosi esempi di archeologia industriale riconvertiti in musei e spazi ad uso pubblico.
I corridori si inoltrano qui nel territorio dell’Oasi Zegna, gioiello ambientale che in queste settimane inizia a mostrar il suo volto più bello, in particolare nella clamorosa Conca dei rododendri, appena sfiorata dal percorso di gara e che merita la breve digressione.
Biella accoglie con la sua collezione di monumenti storici (la Cattedrale di Santo Stefano, il Battistero), spazi post-industriali (rinati a nuova vita nel segno dell’arte contemporanea (la Città dell’Arte-Fondazione Pistoletto) e il suggestivo quartiere medievale del Piazzo, collocato in posizione sopraelevata rispetto alla città e raggiungibile anche con una funicolare. Ci si rilassa qui prima del balzo finale che porta al traguardo posto accanto al Santuario di Oropa. Si sale con ancora negli occhi l’epica rimonta di Marco Pantani che su questa ascesa compì nel 1999 una delle sue imprese più belle. Nel verde alle spalle del Santuario di distende il Sacro Monte, inserito nel Patrimonio dell’umanità dell’Unesco per il suo elevato valore artistico. Da apprezzare, senza fretta, dopo l’arrivo dei corridori.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.