Mathieu Van der Poel ha risposto alle domande della stampa, come di consueto prima di una grande corsa: dopo la sua straordinaria vittoria la scorsa settimana al Giro delle Fiandre, l’olandese è il favorito numero uno anche per la vittoria alla Parigi-Roubaix. L’argomento sicurezza ancora una volta è stato prontamente affrontato, in particolare dopo la notizia della chicane prima della foresta di Arenberg e l’incidente ai Paesi baschi.
«È positivo che la gente cerchi di trovare delle soluzioni, ma non credo che questa chicane sia la strada giusta - ha spiegato questa mattina Van der Poel - E poi inserirla nella settimana prima della gara non è una buona cosa».
Van der Poel aveva già scritto sui social la sua perplessità e, anche se il tema della sicurezza per lui rimane al primo posto, è certo che si debbano trovare soluzioni comune con organizzazione e corridori.
«Non mi sento molto a mio agio nel gruppo verso la Foresta di Arenberg, ma cambiare per il gusto di cambiare qualcosa non è sempre la cosa migliore che si possa fare. Qual è allora una buona proposta? La direzione da cui arriviamo, subito dopo quella chicane, è già buona. Adam Hansen (Presidente del CPA) mi ha inviato ieri un messaggio con le opzioni per i prossimi anni: sembrerebbero buone».
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a molti incidenti, prima con Van Aert e Philipsen ad Attraverso le Fiandre, dove a terra era finito anche l’ex iridato Pedersen e adesso c’è stata una vera mattanza durante la quarta tappa dei Paesi Baschi, con molti corridori che sono rimasti seriamente feriti e che adesso dovranno fare i conti con una stagione completamente compromessa.
«Penso che la chicane renda il percorso ancora più pericoloso. Se parti dal Bos in 20esima, va comunque bene. Ma tra la quinta e la decima posizione rimani fermo e poi perdi mezzo minuto. Avevo immaginato qualcosa di diverso, ora è un imbuto con una curva a 180 gradi. Mi aspettavo più una chicane come in F1».
Van der Poel è il campione del mondo e per questo è anche portavoce del gruppo e per quanto riguarda la sicurezza la scelta deve essere comune con tutte le parti chiamate in causa. L’olandese ha poi tenuto a precisare che non è contro la chicane, ma che il suo obiettivo è sempre quello di correre in sicurezza.
«Ma se la maggioranza pensa che sia meglio, allora sono d'accordo. Io do la mia opinione, ma cerco solo di vincere, con o senza la chicane».
Sfortunatamente, ieri c'è stato l'ennesimo drammatico incidente nel gruppo e Van der Poel si stava recando all'aeroporto di Alicante per fare rientro in Belgio, quando ha appreso la notizia. «È sempre uno shock vedere i tuoi colleghi in quelle situazioni. Conosco abbastanza bene alcuni dei corridori che sono finiti a terra. Tutto sommato possiamo ritenerci fortunati che sia finita così. Poteva andare peggio».
Per Van der Poel il ciclismo è uno sport dove è impossibile escludere i pericoli, ma nonostante questo bisogna lavorare per evitare incidenti gravi.
«Ci assumiamo i rischi da soli in corsa e questo è il problema più grande. Tutti vogliono essere davanti nel momento giusto e questo non è possibile. La velocità è molto elevata e con i cambi attuali puoi comunque pedalare anche se stai già andando a 70 km/h. Questo rende la corsa stressante e anche gli auricolari, che sono necessari per la sicurezza, causano ulteriore stress».
Van der Poel parla anche dell’abbigliamento, che sicuramente non è adatto nelle cadute ad una velocità sostenuta. «I corridori poi sono poco protetti. Pensate all'abbigliamento. Se pensi a cosa indossiamo pedalando a quella velocità, capisci che certamente non è il massimo. Penseresti che dovremmo indossare qualcosa che ci protegga meglio. Non saremo mai completamente al sicuro ed è un peccato. A volte bisogna anche essere fortunati. Si stanno valutando delle soluzioni, anche da parte di Safe Cycling, ma è così difficile».
Lunedì l’olandese era già in bicicletta e la sera qualcuno aveva detto che fosse andato a correre, ma a quanto pare la corsa a piedi nonè andata così. «No, il mio compagno di allenamento ha iniziato a correre, non io. Era un pesce d'aprile. Ho apprezzato il bel tempo in Spagna. Questo è stato anche uno dei motivi per cui ho deciso di toernare ad allenarmi qui prima della Roubaix. Ho potuto allenarmi bene per tre giorni. Solitamente questo non sarebbe stato necessario per Roubaix, ma ho ancora delle gare questa primavera e voglio mantenermi in forma»
Anche Jasper Philipsen correrà la Roubaix, gara nella quale lo scorso anno era arrivato secondo alle spalle di Van der Poel. Quest’anno Philipsen ha vinto la Milano – Sanremo grazie a Mathieu e forse potrebbe restituire il favore al compagno durante la Roubaix.
«Un favore ricambiato per Sanremo? Non me lo aspetto. Ciò che Jasper ha fatto per me l’anno scorso a Roubaix è stato sufficiente. Non faccio mai una cosa per ottenere qualcosa in cambio. Dobbiamo ricreare una situazione come quella dello scorso anno e che possa essere vantaggiosa per entrambi. Con un gruppo piccolo abbiamo le carte da giocarci e a nessuno piace arrivare al traguardo con Jasper. Ma riuscirci non è semplice».
Vincere una Classica Monumento non è mai facile e per Van der Poel, la Roubaix è una delle corse più difficili. «In questa corsa ci vuole anche un po' di fortuna e squadre come Lidl-Trek sono forti, ma penso che noi come squadra possiamo essere ancora migliori e vincere la yterza Classica Monumento consecutiva».