Patrick Lefevere sfuma, attenua, corregge, rettifica e... individua anche i colpevoli. «Sto pensando di rilasciare una dichiarazione su Twitter, perché ancora una volta le mie parole in inglese – senza il contesto dell’intervista – suonano più pesanti di quelle che ho detto in olandese». Peccato che i primi a riprendere le sue parole siano stati i quotidiani fiamminghi seguiti a ruota da quelli di lingua francese, va beh...
E a Het Nieuwsblad il general manager della Soudal Quick Step spiega: «Che cosa ho detto? José De Cauwer mi è testimone: non l'anno scorso, ma nel novembre 2022 presi da parte Julian Alaphilippe a Diegem (in occasione del raduno della squadra, ndr) e gli ho detto "le cose non possono continuare così. O da ora in poi faremo le cose diversamente o te ne vai". Il mio messaggio era: "Il talento da solo non funzionerà più perché invecchi e devi vivere diversamente". Julian in passato aveva fatto grandi numeri al Tour, ma all’epoca non c’erano top performer come Mathieu Van der Poel, Tadej Pogacar e Primoz Roglic contro i quali ora deve misurarsi».
E ancora: «C'è stato un periodo con troppe feste, ma devo dire che non ha bevuto un drink dalla nostra conversazione di quel novembre 2022. Né all'interno della squadra né all'esterno della squadra. Ho parlato con le persone che erano con lui nello stage in Sierra Nevada: non ha bevuto neanche una goccia di più del lecito. E l’allenamento non è mai stato un problema, ha sempre continuato ad impegnarsi correttamente».