A 37 anni suonati Geraint Thomas non ha nulla da dimostrare. Il meglio è alle sue spalle, ma il gallese ha dimostrato negli anni di saper ancora preparare minuziosamente un obiettivo quando lo ha in testa. Il secondo posto all’ultimo Giro d’Italia e la lotta spalla a spalla con Primož Roglič ne è la piena conferma.
La carta d’identità, però, non mente e Thomas sa di avere di fronte a sé probabilmente gli ultimi due anni in maglia Ineos, nonché della sua carriera. Il 2024 è ancora da definire - anche se i rumors lo spingono verso l’accoppiata Giro d’Italia e Tour de France, con obiettivi tutti da valutare - ma Thomas sta pensando anche al 2025 e ad un finale di carriera un po’ romantico.
I tifosi si ricorderanno che nella fase centrale della sua carriera Thomas si fosse fatto apprezzare come ottimo interprete delle classiche del pavé, con la vittoria alla E3 di Harelbeke 2015 e le Top 10 a Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix, prima di concentrare tutti i suoi sforzi sui Grandi Giri. Così sta crescendo l’idea di tornarci, come fece anche Bradley Wiggins nell’ultimo biennio della sua carriera: «L’anno prossimo non credo ci sia la possibilità di farle. Magari se facessi solo il Tour allora sì, ma bisogna farle tutte - ha detto il vincitore del Tour 2018 a GCN -. Non è bello saltarne una o due, è più stimolante fare la campagna del nord interamente. Quindi farle nel 2025, nel mio anno conclusivo, è più che un’idea. È dove ho cominciato, farei un po’ come Wiggins anche se lui ha di fatto salutato il ciclismo dopo la Roubaix. Io finirei la stagione, ma sul pavè voglio tornarci».