Una condanna durissima per Nuno Ribeiro: il 46enne ex corridore portoghese e tecnico del team W52-FC Porto è stato condannato a 25 anni di squalifica dall'Autorità antidoping portoghese (ADOP).
Ribeiro è stato processato nell'ambito dell'Operazione "Prova Limpa" (tradotto letteralmente: prove evidenti): nella stessa inchiesta sono coinvolti anche il manager della squadra Adriano Quintanilha, il direttore generale del W52-FC Porto Hugo Veloso e i corridori João Rodrigues, Rui Vinhas, Ricardo Mestre, Samuel Caldeira, Daniel Mestre, José Neves, Joni Brandão, Ricardo Vilela, José Gonçalves e Jorge Magalhães.
Secondo quanto riportano i media portoghesi, che hanno avuto accesso ad alcuni documenti, Quintanilha e e Veloso hanno elaborato un vero e proprio piano antidoping volto a migliorare le prestazioni dei corridori. Dal 2020, l’uso di doping – indicate trasfusioni di sangue, ormoni della crescita e testosterone – sarebbe entrato in vigore nella squadra biancazzurra.
La sentenza emessa oggi no lasca adito a dubbi: «L'imputato Ribeiro ha incoraggiato i corridori della W52-FC Porto a utilizzare varie sostanze dopanti e trasfusioni di sangue. Comprava i prodotti e poi li distrbuiva ai corridori oltre a preparae in prima persona i prodotti da utilizzare durante le gare, lasciandoli nelle stanze dei corridori». Il giudice lo ha condannato a di 25 anni di squalifica per «detenzione, gestione e commercio di sostanze e metodi proibiti».
Già da corridore, era il 2009, Ribeiro era stato squalificato per aver utilizzato CERA. Ora dovrà restare lontano dal ciclismo fino alla fine del 2047.