Baldini, che la prima corsa la disputò tra i liberi, quelli che non avevano licenza né tesserino. Era il 1950.
Baldini, che la seconda corsa la disputò tra gli allievi, con licenza e tesserino della Scat di Forlì. Era il 1950.
Baldini, che terminato l’anno scolastico, cominciò a vincere, una due tre quattro cinque sei corse. Era il 1951.
Baldini, che da dilettante, tra forature e incidenti, sembrava stregato, così vinse una sola corsa, la Coppa Cimatti a Faenza. Era il 1952.
Baldini, che da dilettante, in allenamento, mentre tornava a casa, incontrò Fausto Coppi sul Muraglione, allora girò la bici, prima gli si accodò, poi – su richiesta del Campionissimo – gli si mise di fianco per proteggerlo da camion, bus, auto, moto e… tifosi. Era, probabilmente, il 1954.
Baldini, che da dilettante, alle Olimpiadi di Melbourne, staccò tutti e conquistò la medaglia d’oro. E siccome non c’era la banda, e siccome non c’era neppure il disco, l’inno italiano fu cantato dai nostri emigranti. Era il 1956.
Baldini, che da professionista al Giro d’Italia in una cronometro – la Forte dei Marmi-Viareggio di oltre 60 chilometri - mandò fuori tempo massimo una cinquantina di corridori e la giuria si vide costretta a riammetterli in gara. Era il 1958.
Baldini, che da professionista al Giro d’Italia in un tappone dolomitico – la Levico Terme-Bolzano di quasi 200 chilometri – a poco dal traguardo fu affiancato dall’ammiraglia della Legnano e Lupo Mascheroni, il meccanico, gli ricordò che l’arrivo era su pista e che la pista era in terra, e allora lui, con lucidità e ironia, gli rispose: “E che cosa credevi, che fosse in cielo?”. Poi, in maglia rosa, vinse in volata su altri otto corridori, fra cui Bobet, Defilippis, Nencini e Gaul. Era il 1958.
Baldini, che da professionista vinse quel Giro d’Italia e poi il Mondiale e poi il Tricolore. Lo chiamavano “l’elettrotreno di Forlì”. Era il 1958.
Baldini, che da professionista andò all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, entrò nella camera di Dino Bruni fratturato, gli disse “tu pensa a guarire, ché alla squadra ci penso io”. Era il 1958 e nel 1959 avrebbero corso insieme nella Ignis. E Bruni avrebbe vinto due tappe al Tour de France.
Ercole Baldini: “Una leggenda italiana”. Una mostra rivive e ravviva la sua storia. Al Museo civico San Domenico di Forlì, piazza Guido da Montefeltro 12 (da martedì a venerdì ore 9.30-19, sabato, domenica e festivi ore 9.30-20), l’inaugurazione venerdì 10 novembre alle 18, poi aperta dall’11 novembre fino al 7 gennaio 2024, ingresso libero.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.