Con il Tour of Guangxi ieri è giunta al termine la stagione del World Tour 2023. Per la maggior parte dei corridori non è però ancora tempo di vacanze, visto che li aspetta già il primo training camp in ottica 2024 con la propria squadra.
Dalla Cina e dal resto del mondo in cui si trova sparpagliato, il gruppo è pronto a riprendere il volo per raggiungere la propria destinazione (la maggior parte dei meeting dei team si svolge nella sede di ciascuna società, per lo più in Europa, ma anche negli Emirati e negli USA, ndr), prima del meritato stacco invernale. A Guangxi abbiamo colto l'occasione per chiedere al dottor Raaghib Fredericks del Team UAE Emirates come i corridori gestiscono questi lunghi e frequenti viaggi.
«In squadra abbia protocolli specifici per quanto riguarda il fuso orario, l'acclimatamento, l'alimentazione. Per limitare gli effetti del jet lag per esempio cerchiamo 2-3 giorni prima della partenza di un viaggio intercontinentale di far abituare gli atleti ad andare a dormire prima o dopo in base al fuso orario del Paese verso cui sono diretti e di fare altrettanto al ritorno. La fase del volo è preziosa, se possibile bisogna cercare di stare svegli o dormire in base all'orario d'arrivo. Per riuscirci si può ricorrere a melatonina o altri prodotti, ma tranne in casi estremi cerchiamo di evitare farmaci e di prediligere un avvicinamento naturale e personalizzato per ciascun corridore. Ovviamente non è semplice, in una formazione internazionale come la nostra i corridori vivono in posti diversi tra loro e i viaggi tra una gara e l'altra sono frequenti ma facciamo del nostro meglio» ci ha raccontato il medico sudafricano della formazione emiratina, che ha una clinica privata a Cape Town e lavora anche nel rugby, sport nazionale in Sudafrica, che definisce un mondo completamente diverso dal ciclismo.
Sul cibo che si trova in hotel quando si corre in lungo e in largo c'è meno controllo, anche se nelle corse UCI ci sono più garanzie. In Cina, per esempio, la carne che veniva proposta nei buffet per i corridori era certificata. Nonostante questo, tanti ci hanno confidato di aver preferito uova e proteine in polvere portate da casa. «Gli organizzatori affrontano un grande sforzo in questo senso e noi, andando a fare la spesa, possiamo compensare eventuali mancanze per la colazione o gli snack» presegue il dottore che ha iniziato la sua avventura nel mondo delle due ruote 4 anni fa al Tour of China con l'americana Novo Nordisk.
Post covid l'allerta per gli aspetti igienici è decisamente più alta, qualche lamentela su bagni chimici scarsi e sporchi alla partenza delle tappe l'abbiamo sentita ma il dottor Fredericks non drammatizza e consiglia semplici accorgimenti per viaggiare in sicurezza: «Ovunque bisogna lavarsi e igienizzarsi le mani di frequente, anche in Europa, anche nei prossimi camp o in vacanza. Germi e batteri non conoscono la "fine della stagione" quindi pur rilassandorsi non bisogna dimenticare e trascurare mai le buone abitudini».
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