La guerra in Israele va avanti e i colpi di mitra e i razzi non guardano in faccia a nessuno. E anche il mondo dello sport è stato colpito e a terra sono caduti giovani atleti e amatori proprio mentre si stavano allenando: tra le vittime ci sono anche dei ciclisti. La Federazione Ciclistica Israeliana ha inviato una lettera in cui ha espresso tutto il dolore per la perdita di vite umane, ma anche un messaggio di speranza: ci rialzeremo e riusciremo a tornare in sella. La prima nazione che ha offerto supporto allo Stato di Israele è stata l’Ucraina, attraverso la propria federazione ciclistica.
Sabato mattina un gruppo di ragazzi appartenenti a una squadra giovanile si trovava nella zona di Negev - non lontano dalla Striscia di Gaza - per allenarsi quando sono stati raggiunti da un gruppo di terroristi che ha iniziato a sparare contro di loro. Alcuni sono riusciti a mettersi subito in salvo, altri sono stati feriti e tra questi anche i giovanissimi Ytay Cohen e Zohar Shahar, considerati tra i più promettenti ciclisti del Paese. Entrambi sono stati operati d’urgenza e sono stati raggiunti in ospedale da Ron Baron, uno dei fondatori della Israel Premier Tech, che ha subito garantito la massima assistenza a tutti i ciclisti feriti e alle loro famiglie.
In programma c'era la Epic Israel, una gara di mountain bike molto nota a livello internazionale; sabato mattina c’era l’appuntamento per una ricognizione del percorso. I ciclisti si erano dati appuntamento alle 6:30 del mattino vicino il Kibbutz Be’eri, ma non sapevano che ad aspettarli ci sarebbe stata un’imboscata dei terroristi.
«Appena giunti sul posto si è scatenato l’inferno e l’unica cosa che abbiamo potuto fare è stata nasconderci in mezzo ai rovi – ha raccontato Aya, uno dei pochi sopravvissuti – Ero sotto ad un cespuglio con il corpo avvolto dalle spine, tenevo il casco della bici in testa per proteggermi dai proiettili che arrivavano da tutte le parti e ho tolto gli occhiali per evitare che il riflesso delle lenti aiutasse i terrorismi a localizzarmi».
Sono tanti i ciclisti morti quel giorno, che oggi in Israele viene chiamato “L’ultima corsa”: le vittime vicino al Kibbutz be’eri non sono le uniche nel ciclismo, c’è anche il triatleta Nadav Goldstein, ucciso insieme alla moglie e ai suoi 4 figli. Tra le vittime anche il calciatore Lior Assulin, colpito in un albergo vicino ad un centro commerciale insieme ad altre persone.
Lo sport si sta unendo nella sofferenza di Israele: sia da parte della lega Basket che ealla UEFA sono state prese iniziative affinchè tutti gli atleti appartenenti a tutte le squadre, comprese le giovanili, non siano penalizzati. Così sono state annullate due partite di basket in cui dovevano giocare il Maccabi Tel Aviv e Hapoel Shlomo Tel Aviv e sospese dall'UEFA tutte le partite in cui doveva giocare la mnazionale israeliana.
Intanto supporto è arrivato da Cipro, che si è offerta di ospitare tutti i ciclisti che si trovano in Israele e che hanno bisogno di un posto per continuare ad allenarsi. Nel frattempo sgomento c’è da parte di tutti i ciclisti della Israel Premier Tech che stanno cercando di portare conforto alle famiglie delle vittime; tra loro Guy Niv, che si è recato nei vari ospedali del Paese per portare conforto ai ciclisti colpiti.
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