Un arcobaleno e una bicicletta in legno: questa è la scultura ideata dell’artista Emiliano Facchinetti, sulle cui due ruote sono incise le più importanti vittorie di Felice Gimondi, che il 2 settembre del 1973 conquistò il titolo mondiale. Ed è proprio per celebrare i 50 anni da quell'imprersa che il centro di Bergamo, e piazza Dante in particolare, si è arricchita di questa preziosa opera inaugurata alla presenza di Gianpaolo Sana, presidente del museo del legno Tino Sana di Almenno San Bartolomeo e principale promotore dell’evento, della figlia del campione, Norma Gimondi, del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, di Giovanni Malanchini, consigliere di Regione Lombardia, e Lara Magoni, sottosegretario allo sport di Regione Lombardia, e Roberto Perico, responsabile della direzione territoriale del Banco BPM.
«Se Felice fosse qui, sentirebbe tutto il bene che diamo alla signora Tiziana Bersano (la moglie di Felice, presente alla cerimonia) – ha spiegato l’ideatore della mostra, Tino Sana -. Un applauso che è l’abbraccio di tutti i bergamaschi. L’idea è partita da un incontro con i collaboratori del Sindaco per presentare l’opera, volevamo farlo a maggio, per la tappa orobica, ma Felice non sarebbe stato onorato per come meritava in mezzo alla confusione. Oggi ricorre il 50esimo anniversario, quale giorno migliore. Queste occasioni sono un modo per fare cultura, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di questi esempi. Spero che questa impresa venga ricordata per altri 50 anni»..
«Sono davvero emozionata, mi sono immaginata papà che vede le sue bici, le sue maglie, i suoi amici e tifosi – ha aggiunto Norma Gimondi -. Aveva già sfiorato la vittoria nel ’70 e nel ’71, era l’unico capitano. Sapeva che avrebbe dovuto cambiare il suo modo di correre. A Barcellona ce l’ha fatta con un capolavoro di intelligenza e astuzia. Così batté lo zio Eddy: io avevo 3 anni, mamma pregava dietro la tv. Al passaggio di papà, il boato. E in pochi minuti ad Almè è arrivata tutta la Val Brembana. Siamo orgogliosi della sua impronta, come sportivo e come uomo».
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