Jonas VINGEGAARD. 10 e lode. Superbo. Straordinario. Incontenibile. Pazzesco. Fate voi, scegliete l’aggettivo che più preferite, cercatelo se necessario e usatelo a vostro piacimento. Oggi il danese della Jumbo Visma (a proposito, voto 10 anche a loro che denunceranno l’idiota del selfie che ha fatto cadere i corridori) è stato semplicemente spaziale. Cattivo come pochi, brillante come nessuno (tempo 32’26”, media 41.439 km/h). Cannibale per davvero, con quel ghigno da killer sulle strade di Hinault. Mette al sicuro il suo secondo Tour, questo mi sembra cosa chiara, così come non è un’eresia pensare che domani, sulle strade di Pantani, il “re pescatore” vada a cercare la sua impresa montana, per chiudere il cerchio, per chiudere il Tour: altro che secondi…
Tadej POGACAR. 10. Lo sguardo è perso nel vuoto e ricorda il Roglic de La Planche des Belles Filles. Una disfatta? Andiamoci piano, non scherziamo. Intanto arriva secondo, certo a 1’48” dal “re pescatore”, ma se ne lascia indietro una marea, lascia a un minuto e mezzo Van Aert, che arriva terzo. Il cambio della bici? Mi sembra evidente che oggi bisognava cambiare avversario, il problema era avere quello là alle spalle. Per il resto, io a Tadej dico non solo bravo, ma bravissimo: non è facile correre un Tour a questo livello con sessanta giorni di inattività - dal 23 aprile al 22 giugno - con sole due corse (campionato sloveno a crono e in linea) nelle gambe. Se Vingegaard è stato semplicemente poderoso, lo sloveno è stato semplicemente straordinario. La domanda vale per entrambi: chi è in grado di fare cose così? Loro.
Wout VAN AERT. 9. Giù il cappello. E se lo toglie per davvero, seduto ancora sulla sedia che scotta, davanti alla prestazione “monstre” di Jonas Vingegaard, il belga rende l’onore delle armi. Per quanto riguarda la sua prova, gestione della corsa pazzesca, senza strafare, partendo forte per poi finire fortissimo. Remì Cavagna resta al comando fino a cinque minuti dalle 17, poi alle cinque de la tarde, ecco super Wout: 35’27”, alla media di 37.913 km/h. Nella prima settimana gregario di lusso, oggi è un lusso averlo ancora qui.
Pello BILBAO. 8. Che prestazione anche quella del basco. Bella e buona.
Simon YATES. 7. Il fratellino della Jayco AlUla alla fine si piazza quinto a quasi 3 minuti, ma la sua è una prova importante, che lo mantiene in zone di nobiltà assoluta.
Remì CAVAGNA. 7. Il 27enne francese della Soudal Quick-Step per un lungo periodo ferma il tempo. Il TGV di “Clermont-Ferrand" vola i 22 km in 35’52” a quasi 38 km/h. Prova maiuscola.
Adam YATES. 6,5. Buona anche la prova dell’altro gemello, il co-leader di Pogacar. Ora è terzo nella generale, con 5” di vantaggio su Carlos Rodriguez.
Mattias SKJELMOSE. 7. Il 22enne danese (l’ennesimo!) fa un tempone: 35’57”. Il ragazzo della Lidl Trek ha stoffa da vendere e la formazione di Luca Guercilena se lo tiene ben stretto.
Mads PEDERSEN. 6,5. Con il tempo di 36'07" stabilisce il miglior tempo provvisorio. Il danese abbassa il tempo di Arndt di ben 1'12". Poi però arriva Cavagna e l’ex iridato capisce che ha fatto il suo tempo. A proposito: tre danesi nei primi otto. Cosa vorrà dire?
David GAUDU. 7. Il 26enne transalpino fa una crono di assoluto livello. Oggi la prestazione più bella di questo Tour, su questo non si discute.
Jonathan CASTROVIEJO. 6,5. Il 36enne spagnolo conferma anche oggi il suo buon momento. La crono non mente.
Carlos RODRIGUEZ. 7. Si difende con grande classe, chiudendo con il 12° tempo. Il podio è lì a pochi secondi. Se la gioca.
Stefan KÜNG. 5. Lo svizzero della Groupama-FDJ, uno dei cronoman più apprezzati del gruppo, paga un po’ troppo un percorso per lui forse troppo esigente. Giornata difficile: non è più il suo tempo?
Jai HINDLEY. 5. Fatica tanto, paga moltissimo, resta in ogni caso là davanti, ma il ragazzo australiano è chiaramente in riserva.
Giulio CICCONE. 8. La Pimpa della Lidl Trek fa la sua corsa nella corsa e fa registrare un ottimo tempo nel tratto cronometrato in salita sulla Côte de Domancy: lui fa segnare un 6’46”, che è meglio di Vingegaard, Pogacar, Powless, Latour, Lutsenko, Van Baarle, Cavagna. Insomma, il suo lo fa.
John DEGENKOLB. 1. Il tedesco della Team Dsm-Firmenich cade alla prima curva, gliene basta solo una: son soddisfazioni. Lo imitano quasi subito Alexis Renard (Cofidis) e altri due compagni della Dsm.