Wout POELS. 10 e lode. A 35 anni l’olandese della Bahrain si regala la prima vittoria sulle strade del Tour. Corsa di grande fatica, portata a termine con lucidità e intelligenza. Resta con Wout Van Aert e capisce ben presto che il suo colpo di pedale è ben diverso da quello del fuoriclasse belga. Parte per arrivare, va via per vincere: e vince.
Wout VAN AERT. 10. Un peso massimo sul monte Bianco, che dimostra una volta di più di essere un atleta di enorme talento. Gli manca un niente per coronare il sogno su una montagna che al solo nominarla accende la fantasia. Per un po’ sogna, poi Poels lo risveglia.
Mathieu BURGADEAU. 9. Il 24enne transalpino della TotalEnergies per quanto mi riguarda è una delle grandi rivelazioni di questo Tour. Un corridore che in pratica salva l’intero team. Viene dall’isola di Noirmoutier, quella del passaggio del Gois. Lui in questo Tour un pertugio lo trova sempre.
Lawson CRADDOCK. 7. Il 31enne corridore americano della Jayco AlUla entra nella fuga di giornata e si fa una tappa tutta all’avanguardia da far girare la testa.
Mikel LANDA. 6,5. Il 33enne basco della Bahrain fa grande il suo team e se stesso con un più che buono sesto posto. Rimette un pochino in sesto anche il suo deficitario Tour. In classifica guadagna una posizione: ora è 14°.
Thibaut PINOT. 6,5. Tanta fatica per un corridore che con la fatica convive da tempo.
Guillaume MARTIN. 8. Il filosofo, lemme lemme quatto quatto (non è una frase di Socrate, ma più semplicemente Totò), guadagna due posizioni in classifica generale e ora è decimo. Non male.
Matjias SKJELMOSE. 6,5. Di prima mattina parte per inseguire il sogno di una vittoria di tappa, che evapora ben presto.
Simon GUGLIELMI. 6,5. Il 26enne corridore transalpino dell’Arkea Samsic fa corsa d’avanguardia, senza lode e senza infamia.
Warren BARGUIL. 6. Un decimo posto che è qualcosa, ma non cambia le cose.
Krists NEILANDS. 4. Errore di una gravità mortale! Decide di prendere la borraccia dalla moto in piena discesa e come se non bastasse lo fa in piena curva: la scelta scellerata non può finire che con una rovinosa caduta. Fortunatamente per il corridore della Israel Premier-Tech c’è un muretto che lo salva e il casco che lo protegge. Tutto è bene ciò che finisce bene. Peccato, perché il 28enne lettone, oggi aveva la possibilità di portare a casa un gran bel risultato, ma porta a casa in ogni caso la pelle: ed è quello che conta.
Giulio CICCONE. 8. Sul col de la Forclaz fa terzo, perché davanti ci sono Lutsenko e Alaphilippe. In ogni caso l’abruzzese prende punti e si porta a -10 da Powless. Il Cicco fa il pieno di punti sul secondo Gpm di giornata, quello de la Croix de Fry e con questi colma il gap con l’americano della EF fermo a quota 58 punti. Potrebbe poi portarsi a casa anche il terzo Gpm di giornata (cote des Aravais), ma l’attacco di Marc Soler, che passa per primo in vetta con Van Aert a ruota (in palio c'erano solo due punti) impedisce al corridore della Lidl-Trek di andare da solo in testa alla classifica scalatori. In ogni caso martedì la maglia a pois la vestirà, per il computo del maggior colli di prima categoria vinti.
Tadej POGACAR. 6,5. Prima dell’azione, anziché indossare i guanti, li toglie. È un segnale, un po’ come Pantani con la bandana, solo che dovrebbe togliersi di dosso e di torno anche il danese, che però facile facile gli resta lì attaccato alla ruota. Arrivederci a martedì, con la crono, sulla Côte de Domancy, quella del trionfale mondiale di Hinault nel 1980, e della strenua difesa di uno strepitoso Gibì Baronchell: do you remember?
Jonas VINGEGAARD. 7. Sembra tutt’altro che in fase calante, ma più brillante e reattivo dello sloveno. Gli fa anche lo scattino finale, per affiancarlo, per la serie: siamo alla pari, ma tu mi devi sempre recuperare quei dieci secondi. Difatti è primo.
Adam YATES. 8. Il co-leader fa il suo compito alla perfezione, poi risale in classifica ancora un po’: il podio è a 19”.
Carlos RODRIGUEZ. 7. Lotta come un leone, subendo le accelerazioni di quei due, pagando la giornata felice di Adam Yates, ma alla fine si difende.
Marc SOLER. 8. La UAE Emirates dimostra di non essere lì per caso, ma di avere il suo perché.
David GAUDU. 5. Il transalpino aveva cerchiato in rosso questo appuntamento, ma anche il suo bilancio è in rosso.
Jai HINDLEY. 5. Soffre, soffre molto, tutto il giorno: il podio si allontana.
Thomas PIDCOCK. 5. È chiaramente in riserva e visto come sta andando, l’ultima settimana sarà davvero un’incognita piena di fantasmi.
Julian ALAPHILIPPE. 35. Il corridore della Soudal QuickStep, anima la prima parte della tappa con un buonissimo Alexey Lutsenko (Astana). Alle loro spalle corridori che daranno un senso alla tappa e alla loro giornata: Rui Costa (Intermarché Circus Wanty), Olivier Le Gac (Groupama FDJ), Omar Fraile (Ineos Grenadiers), Alex Aranburu (Movistar), Mathieu Burgaudeau (Total Energies), Chris Hamilton (DSM), Marc Soler (UAE), Wout Van Aert (Jumbo Visma), Guillaume Martin e Ion Izagirre (Cofidis), Nils Politt e Marco Haller (Bora Hansgrohe), Mikel Landa e Wout Poels (Bahrain Victorious), Soren Kragh Andersen e Mathieu Van der Poel (Alpecin Deceuninck), Warren Barguil e Simon Guglielmi (Arkea Samsic), Lawson Craddock, Christopher Juul-Jensen e Luka Mezgec (Jayco AlUla), Torstein Traeen, Soren Waerenskjold e Jonas Abrahamsen (Uno X), Juanpe Lopez, Mattias Skjelmose e Giulio Ciccone (Lidl Trek), Hugo Houle, Krists Neilands, Dylan Teuns e Michael Woods (Israel Premier Tech), Rigoberto Uran, Andrey Amador, Neilson Powless e Magnus Cort Nielsen (EF).
Dani MARTINEZ. 19. Come il numero dei ritiri fin qui. Il prezioso uomo Ineos, coinvolto nelle cadute del giorno prima pur essendo riuscito ad andare in fuga, non riparte: il suo team gli ha consigliato di alzare il piede dall’acceleratore per i traumi riportati.