Gaia Realini sta vivendo un Giro d’Italia con il cuore, ma soprattutto con la testa, che la sta portando davvero lontana. Già nei primi giorni di gara l’avevamo vista combattere con Annemiek Van Vleuten come una vera guerriera, era stata l’unica a tenerle testa sul Passo del Lupo e le ha sempre dato filo da torcere. Oggi nell’unica tappa ligure del Giro l’atleta abruzzese ha lottato con le unghie e con i denti per tenersi stretta la maglia bianca e salire sul podio.
«Oggi con la squadra ci eravamo prefissati di puntare tutto sulla generale, ero a 20” dal terzo posto e volevo assolutamente provare a salire sul podio - ci ha spiegato Gaia Realini che nei chilometri finali è rimasta con le sole Annemiek Van Vleuten e Juliette Labous, rispettivamente la prima e la seconda nella classifica generale - sia io che Juliette Labous volevamo guadagnare più minuti possibili nei confronti delle altre. Sapevamo che la Van Vleuten ha quel passo e quella spinta in più, noi abbiamo provato ad andarle dietro. Dopo la penultima salita eravamo noi a tirare perché lei aveva fatto il forcing prima e ci aveva detto che toccava noi. In quel momento sinceramente non mi interessava chi arrivava prima, seconda o terza, volevo solo guadagnare secondi»
Gaia ha lavorato tanto di gambe, ma soprattutto di testa grazie ad una squadra che l’ha supportata in maniera incredibile dentro e fuori la corsa. «Oggi era una tappa molto dura e per questo non ho voluto mai mollare, più che di gambe sono andata avanti di testa. Per tutta la giornata ho avuto il supporto di tutta a mia squadra, la mia diesse, le mie compagne, hanno lavorato tutte per me. E’ dall’altro ieri che mi dicono che possiamo andare a fare podio e io ho iniziato veramente a crederci-prosegue Gaia che con il cuore e anche un briciolo di emozione ci spiega come la Trek sia diventata una vera e propria famiglia in cui sentirsi al sicuro- penso che tante volte sia più importante avere più la testa che le gambe, ma soprattutto una squadra pronta a supportarti. Oggi l’ho avuta, c’era anche Elisabetta Borgia che ci ha supportato in tutto e mi ha incitato dicendo di non mollare. Durante questa stagione sono cresciuta tanto, ma penso che il merito sia stato soprattutto della squadra che mi ha dato una grande tranquillità»
Il motore del grande cambiamento di Gaia Realini è stata Elisa Longo Borghini che prima di compagna di squadra è sempre stata un punto di riferimento e poi un’amica da cui l’abruzzese ha imparato davvero tanto. «Per me Elisa rappresenta il tutto, è un grandissimo punto di riferimento. Sono sempre stata una sua fan, è uno onore non solo correre con lei ma soprattutto averla come capitana e come amica. Quando mi hanno detto che non sarebbe partita per me è stato un colpo basso, però bisogna dire che Elisa mi ha addestrato davvero bene, mi ha spiegato tutto alla perfezione e anche oggi ho sempre pedalato tenendo fede a quello che mi ha insegnato. è stata lei a spingermi fin da inizio Giro dicendomi che dovevo crederci fino in fondo perché il terzo posto era assolutamente nelle mie corde. Se oggi ho raggiunto questo risultato è soprattutto grazie a lei» conclude Gaia che ammette sia stato un duro colpo non vederla più al suo fianco al Giro, ma proprio per Elisa lotterà fino alla fine per portarsi a casa un posto sul podio e una prestigiosa maglia.