Ieri alla partenza da Formigine Gaia Masetti era la più emozionata di tutti, sotto il castello sfoggiava un sorriso gigantesco mentre il pubblico urlava il suo nome. Ventun anni, da due nella Ag Insurance Soudal Quick Step, la versione femminile dello squadrone di Remco Evenepoel, Gaia sta vivendo un’avventura lontana dall’Italia che la sta portando a correre le più importanti competizioni del panorama mondiale. Formigine è a neppure 6 chilometri dal suo Fiorano Modenese, c’è la grande emozione di correre il Giro, ma soprattutto di essere sulle strade di casa.
«Ieri è stato bellissimo perché correvo ad un passo da casa, mi è dispiaciuto che fosse completamente piatta e quindi non adatta alle mie caratteristiche. Ad applaudirmi c’erano tutti, mia mamma Annalisa mio papà Lorenzo e mio fratello Simone. Poi siamo passati anche da Castelfranco dove vivono i miei nonni ed è stato bellissimo. Sono strade che faccio spesso in allenamento soprattutto durante lo scarico, le conosco come le mie tasche. Essere in italia è qualcosa di magico, essere vicino a casa ancora di più» ci ha spiegato Gaia che su quelle strade ha mosso le prime pedalate, sognava di correre in bici, mai avrebbe pensato di riuscire ad arrivare al Giro.
L’anno scorso l’esperienza al Tour le aveva lasciato l’amaro in bocca, costretta a ritirarsi alla seconda tappa per una caduta aveva promesso a se stessa di rifarsi. «Volevo arrivare al Giro al massimo della forma, con il mio preparatore ho cercato di creare il percorso migliore per me. Nell’ultimo periodo ho corso tanto e i campionati italiani sono stati un ottimo banco di prova, ho attaccato, stavo veramente bene, ho capito che posso provare a giocarmi le mie carte» prosegue Gaia che in seno al team belga sta vivendo un’avventura tutta particolare. E’ l’unica italiana del gruppo, l’anno scorso aveva iniziato con tanti sogni, ma con un po’ di titubanza per l’ambiente tutto nuovo; superato il brevissimo disorientamento iniziale è riuscita a trovare la sua dimensione. «All’inizio della scorsa stagione ho avuto un po’ un shock, ero in una squadra nuova e subito mi sono ritrovata a fare le classiche, mi sono detta “ma cosa è questo?”. Nonostante il disorientamento iniziale, la squadra mi ha dato una grandissima mano, mi hanno accolto senza mettermi troppa pressione, ma facendomi crescere poco alla volta. Quest’anno mi hanno fatto fare delle brevi corse a tappe che mi hanno dato il colpo di pedale giusto per il giro»
Ad inizio maggio Gaia si è finalmente sbloccata vincendo in Francia a la Classique Morbihan, ma come lei stessa ammette non le basta. È venuta al giro per imparare, ma anche per provare a dire la sua e giorno dopo giorno sta scoprendo sempre più se stessa. «La seconda tappa non è andata come speravo, ho sofferto un po’; venivo da alcuni giorni di defaticamento e mi sentivo un po’ scarica, penso di aver pagato un po’ il non aver corso la crono. Già oggi c’è una tappa molto adatta alle mie caratteristiche, ha tanti Sali e scendi e conosco il percorso. quella però che attendo di più è quella in Liguria che a mio avviso potrebbe regalare delle sorprese. Sono venuta al Giro per mettermi a disposizione della squadra ma sono pronta a cogliere qualsiasi occasione mi trovi davanti. » c i dice infine Gaia che terminata la corsa rosa andrà in ritiro a Livigno con la nazionale, niente Tour de France quest’anno per lei, forse sarà nel 2024 chissà, ora l’obiettivo è quello di godersi la prima volta al giro e di imparare ancora.
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