Piazza Unità d’Italia è stata un vero e proprio bagno di Prosecco per Johannes Staune-Mittet. Il norvegese della Jumbo-Visma ha vinto il Giro Next Gen, ha conquistato la Maglia Rosa, ha alzato al cielo il trofeo, che ricorda un piccolo Trofeo Senza Fine, e si è goduto l’abbraccio di Trieste, nella stessa piazza che incoronò Nairo Quintana nel Giro dei grandi nel 2014.
Quando è arrivato in zona interviste Staune-Mittet era già alticcio… tra Maglia Rosa, Maglia Azzurra e Maglia della classifica combinata i sorsi di Astoria che si era concesso erano d’altronde già molti. «Eravamo partiti con l’obiettivo di vincere questa corsa, non c’è dubbio, ma un conto è sperarlo e un conto è farlo davvero - racconta Johannes, che per molti anni ha alternato lo sci di fondo al ciclismo -. Ora però sono qui ed è una sensazione bellissima, non solo con la Maglia Rosa, ma con altre due maglie. E poi anche la classifica a squadre, è bellissimo festeggiare sul podio coi miei compagni, spero che anche loro siano felici quanto me, ce lo meritiamo dopo 8 giorni di duro lavoro».
Solare, disponibile e con tanta tanta sicurezza nei propri mezzi, Staune-Mittet è il secondo corridore della Jumbo-Visma a conquistare un Giro d’Italia in poche settimane. A Roma, infatti, nemmeno tre settimane fa, Primož Roglič festeggiava in Maglia Rosa ai Fori Imperiali di Roma. «Mi è piaciuto tutto di questa corsa, dal tracciato all’atmosfera generale che si respirava - ha spiegato ancora Staune-Mittet - Tutti mi hanno trattato benissimo, andare sul podio e anche fare le interviste è stato un piacere. L’anno prossimo sarò coi “big boys”, spero di imparare tanto. Probabilmente non tornerò più al Giro Next Gen, ma ho già chiesto alla squadra di farmi andare al Giro dei grandi. Speriamo mi ci portino».
Staune-Mittet sta imparando a vincere e ora nella sua testa c’è un altro grande obiettivo, vale a dire il Tour de l’Avenir di agosto. L’anno scorso ha chiuso 2°, quest’anno ci riproverà: l’ultimo corridore a vincere Giro Next Gen e Avenir nello stesso anno - che, in piccolo, corrisponde alla doppietta Giro-Tour dei professionisti - è stato addirittura Gianbattista Baronchelli nel 1973, 50 anni fa. «Lo posso vincere, so che posso vincerlo. È importante convincersi di poterci riuscire, come ho fatto qui al Giro, perché ti permettere di approcciarti con una mentalità diversa. Quest’anno, ma soprattutto gli anni prossimi, mi piacerebbe vincere ancora molto ».
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