Santiago BUITRAGO. 10 e lode. Il 23enne colombiano della Bahrain si regala la tappa regina di questo Giro. Si regala un successo che dà senso a tutto, andando in fuga fin dal mattino e conservando quel vantaggio che è necessario per lasciarsi tutti alle spalle. Festa per il team diretto da Stangelj e Volpi, festa per il compleanno di Alessia Piccolo, che il Bahrain veste da qualche stagione. Festa per tutti. Alé!
Derek GEE. 9. Il 25enne canadese della Israel Premier Tech non si risparmia neanche oggi, lotta come un gladiatore anche se sa perfettamente come con Buitrago, con quel finale, andrà a finire. Difatti, quarto secondo posto in questo Giro.
Magnus CORT. 8. Se c’è da sfacchinare lui c’è sempre. Strada in piano, strada in salita, per il danese non c’è differenza. Ma lui la differenza la fa sempre.
Primoz ROGLIC. 6,5. Fa lo scattino e lo patisce anche, ma reagisce pure. Guadagna 3” a Thomas, dopo 5400 metri di dislivello. È un Giro così, più di difesa che di offesa. Di controllo più che di coraggio. Può piacere, a me non incatena il cuore.
Geraint THOMAS. 6,5. Fa il suo, più che bene, con un grandissimo lavoro dei suoi Ineos, di quei De Plus e Arensman infaticabili. Ha la maglia rosa, ha tutto il diritto di difenderla, lo fa con grande capacità.
Laurent DE PLUS. 10 e lode. Il belga non sa dire mai no, lui detta la linea, detta i tempi, chiude ambizioni e speranze. Con lui les jeux sont faits, rien De Plus.
Joao ALMEIDA. 6. Non si può dire che stia male, ma perde qualcosina. È un lento scivolare all’indietro. Ma siamo proprio sicuri che domani sia un gioco solo tra quei due là?
Damiano CARUSO. 6,5. Mette il pilota automatico e va, con convinzione e determinazione. È un regolarista pazzesco. Regolare.
Thibaut PINOT. 6. Difende la maglia azzurra senza difenderla, perché sia lui che Ben Healy perdono il treno del mattino.
Einer RUBIO. 5. È la tappa che dovrebbe elevarlo tra i protagonisti, ma con i chilometri, si leva: di mezzo.
Eddie DUNBAR. 5,5. Arriva sfinito, dopo una lunga corsa allo sfinimento. L’aspetto positivo? Che nella generale è lì.
Filippo ZANA. 7. Dopo le fatiche di ieri, per la causa si immola anche oggi. Ad un certo punto gli si spegne la luce, ma il suo Giro è luminoso.
Davide GABBURO. 6,5. Ci prova, con impegno e volontà. Non è facile, nemmeno prendere la fuga di giornata. Lui la prende e per tutto il giorno resta là.
Mattia BAIS. 6. Zigzaga tra i tifosi, li evita come birilli. Oltre al Giro è chiamato a fare uno slalom speciale tra la folla intenta a selfare: pronto per disputare gare di sciclismo.
Veljko STOJNIC. 6,5. Il ragazzo della Corratec Selle Italia, assieme a Larry Warbasse (Ag2r Citroen), dà il là alla fuga di giornata. Solo per questo, insieme meritano un applauso.
Ben HEALY. 5. Parte dopo la banda, con grave ritardo, marcato da Pinot che giustamente non lo lascia andar via. Parecchio sconclusionato.
Alessandro IACCHI. 24. Il toscano della Corratec Selle Italia ha compiuto 24 anni. Gli avevano assicurato che gli avrebbero fatto la festa, ma non gliel’avevano raccontata giusta.
Jean François QUÉNET. 56. Ha compiuto gli anni ieri, come Geraint Thomas, che gli ha fatto gli auguri. Nel mondo forse non è un’entità conosciutissima, ma in quello del ciclismo ha un ruolo ben definito, soprattutto è cittadino del mondo: un vero e proprio apolide. Bretone, vive prevalentemente a Kuala Lumpur, in Malesia. Parla otto lingue: francese, italiano e spagnolo, inglese, tedesco, un po’ di norvegese e fiammingo, ma anche il malese. Cosa fa? Tante cose. Al Giro intervista il vincitore e traduce tutto e tutti. Per il Tour anche, ma si fa prima a dire quello che non sa fare: cucinare, cantare e rammendare. Per il resto con Jeff, cittadino del mondo, vai sul sicuro.