Filippo ZANA. 10 e lode. Cresciuto alla “cantera” dei Reverberi, canta e vince nel bludipintodiblu. Le sue prime parole non a caso sono «Penso che un giorno così…». Poco prima, il volo verso il suo primo successo in un Grande Giro, in una delle tappe più attese, più belle e combattute. Arriva allo sprint con l’ex campione di Francia Thibaut Pinot, ma è il nostro tricolore a sventolare in Val di Zoldo, a due passi dal Civetta, dove si vede il mondo e dove il mondo si è dato appuntamento. Filippo canta Volare, Brent Copeland e Gerry Ryan (il gran patron Jayco presente al Giro) lo ascoltano rapiti. Un volo tricolore di rara bellezza, nel bludipintodiblu.
Thibaut PINOT. 9. Perde lo sprint, che con assoluta generosità, dopo l’ennesima gara generosa, affronta in testa. È fatto così Thibaut, il francese che ama gli italiani e l’Italia. Qui si sente a casa e a casa, vedrete, qualcosa si porterà. Intanto si riprende la maglia azzurra Mediolanum di miglior scalatore del Giro. Il galletto si sente aquila e prende il volo. Suo è il Gpm di Passo della Crosetta, così come quello a Pieve d’Alpago. Così come quello di Forcella Cibiana, prima della volata finale, che gli vale il secondo posto: incamera punti su punti e balza al comando della classifica scalatori. Questa giornata, questa sconfitta è sicuramente meno amara.
Warren BARGUIL. 7,5. Il corridore del Team Arkéa Samsic assieme a Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan Team) va sui cinque battistrada dopo un efficace quanto convincente inseguimento. Prova a dare un senso alla sua giornata, e ci riesce.
Derek GEE. 7,5. Il 25enne canadese della Israel Premier Tech conferma una volta di più di essere uno dei grandi protagonisti di questo Giro. È tosto il ragazzo. Dopo il Signor G, abbiamo anche Mister Gee.
Aurielien PARET-PEINTRE. 6,5. Il transalpino della Ag2R Citröen si dà un gran daffare, anche se con le pareti un po’ ci litiga, lasciando in ogni caso pennellate d’autore.
Marco FRIGO. 6,5. Il ragazzo della Israel Premier Tech parte in contropiede con il compagno di squadra Derek Gee e in pratica è grazie a loro due che nasce la fuga di giornata. Al km 36 si forma il sestetto di testa, con Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), Thibaut Pinot (Groupama - FDJ) e Filippo Zana (Team Jayco AlUla). Lotta come un leone, Marco, anche se lo snerva più la discesa della salita.
Primoz ROGLIC. 7,5. Si muove e fa male. Non malissimo, ma si fa sentire, e alla fine fa bene.
Geraint THOMAS. 7,5. Festeggia i suoi 37 anni e fa bene. Lo danno per bollito, invece è il più in palla di tutti. Reattivo come pochi, attento come nessuno. G sogna ad occhi aperti, vuole arrivare a Roma da Signor G…iro.
Joao ALMEIDA. 5,5. Ogni giorno è storia a sé. Lo sa bene lui, lo sanno bene gli altri. Due giorni fa sul Bondone sembrava aquila, oggi una poiana che non molla. Perde 21 secondi, che non sono pochi, ma nemmeno molti. Diciamo che è un segnale, proprio il segnale che ogni giorno è storia a sé. Lo sa bene Joao, lo sanno bene gli altri, che lo temono, che non si illudono. Sanno che Joao tra aquila e poiana può fare anche il condor.
Eddie DUNBAR. 6. Studia da grande con i grandi. A tratti è lì sicuro e determinato, poi va un po’ in crisi, sembra che molli, ma poi non molla. Taglia e cuce. Fila e si sfila. È tutto un su e giù, ma non indietreggia. Il ragazzo studia da grande: piccolo non lo è.
Sepp KUSS. 9. Fa di tutto e di più, attaccando, facendo il ritmo, rallentando quando c’è da non forzare la mano e prende per mano Primoz. È semplicemente fenomenale. Da applausi a scena aperta. Poi gli dicono: Sepp, per oggi va bene così. Devono dirglielo, altrimenti Kuss sarebbe arrivato anche prima: ma non c’è fretta.
Damiano CARUSO. 6. Fa quello che può fare. Lui non si costruisce illusioni, lui non spreca parole a vanvera, ma lui è anche uno che fin che c’è da fare fa. Vedrete, qualcosa farà.
Lennard KAMNA. 5,5. Il tedesco non è brillantissimo, e prende tempo. Nel senso che qualcosa concede, ma traccheggia anche un po’. Per dirla con Ennio Doris: c’è anche domani…
Ilan VAN WILDER. 6. Si guadagna due posizioni in classifica. La top ten è un obiettivo e per questo ragazzo non è proprio così impossibile.
Einer RUBIO. 5. Sono le sue tappe e non si vede proprio.
Hugh CARTHY. 5. È chiaro che qualcosa non vada, non è il solito Hugh. In tappe così il suo rendimento è ben diverso. Da rivedere.
Lorenzo FORTUNATO. 5. Soffre troppo, soffre anche oggi.
Alex BAUDIN. 22. Il ragazzo della AG2R Citroën Team compie anche lui gli anni. Auguri.
Ben HEALY. 5. Prova ad entrare nella fuga di mattina, ma non ci riesce. Anzi, nel vortice di attacchi e controattacchi va in affanno e soffre non poco. Il ragazzo della EF Education-EasyPost scopre sulla propria pelle il peso dei Grandi Giri. Quando si dice, sapersi gestire. Ma per dirla con la sua guida Charlie Wegelius: «Solo correndo s’impara…».
Matthew RICCITELLO. 6. Il 21enne americano, il più giovane di questo Giro d’Italia, finisce la sua giornata con un più che onorevole 29° posto a 8’34” dal vincitore. Il bimbo che sembra proprio un bimbo, va solo svezzato.
Luca COVILI. 17. Non sono gli unici a non stare benissimo, loro non ce l’hanno fatta. Sia il ragazzo della Green Project Bardiani CSF Faizané, sia Niccolò Bonifazio della Intermarché - Circus - Wanty sono stati fermati da problemi gastroenterici e bronchiti varie. In gruppo ce ne sono altri di malaticci che sperano di guarire, anche se un Giro d’Italia non è il modo migliore per recuperare condizione e salute. In ogni caso è il bello del ciclismo. È la forza di questi ragazzi che di tempra ne hanno da vendere. In corsa ne restano in 126, ma il peggio non è ancora passato.