Remco EVENEPOEL. 9. Fa il suo, con meno ferocia, con meno voracità, ma si porta comunque a casa la crono: di corto muso. Era il suo territorio di caccia e non concede a nessuno il lasciapassare, ma probabilmente porta al giorno di riposo un tesoretto che non è sufficiente per poter dire: adesso sto qui a guardare. C’è poco da stare allegri, ma la buona notizia è per tutti noi appassionati di ciclismo: la corsa rosa è apertissima e il bello deve venire. Dovrà venire.
Geraint THOMAS. 10. Il 36enne gallese fa correre un brivido lungo la schiena al piccolo belga. Perde per un alito di vento, per un batter d’ali, per un niente che vale molto. Ma la sua crono è super, come del resto quella di tutti gli Ineos, che ne piazzano altri quattro nelle prime 17 posizioni, a confermare la loro forza, la loro strategia. In casa Ineos non mancano le munizioni, non mancano le frecce, non mancano le alternative: hanno tutto. Remco è avvertito.
Tao GEOGHEGAN HART. 10. Segue come un’ombra il SignorG, ma anche lui è un signor corridore. Mette il pilota automatico e va. Hanno preparato tutto a puntino e i tempi fatti registrare dal team britannico sono lì a dimostrarlo. Tao è l’alternativa, forse più di una seconda scelta, non è lo “Spare” (il ricambio), ma è pronto a colpire: per colpire e affondare.
Stefan KÜNG. 8. Lo svizzero è l’imbucato speciale, uno che in materia di tempo se ne intende, e in questa “crono rosa” prova a rompere le uova nel paniere ai big della classifica. Il colpo quasi gli riesce: arriva appena sotto il podio, ma è in ogni caso da applausi.
Briuno ARMIRAIL. 8. Il 29enne transalpino della Groupama Fdj fa come il suo capitano Küng: una grande gara.
Primoz ROGLIC. 6. Parte non benissimo e dà l’impressione che la giornata per lui potrebbe essere lunga e amara. Invece poi trova il ritmo di crociera e limita i danni. Non è super, ma alla fine perde solo 17”.
Thymen ARENSMAN. 7,5. Il 23enne olandese della Ineos si piazza nella top ten, assieme ai due illustri compagni di squadra. Prova maiuscola, per una grande squadra che recita alla grande.
Aleksandr VLASOV. 6,5. Ottavo di tappa, settimo nella generale, il russo invisibile è invisibile a tutti, ma è lì che si muove sornione e conoscendolo farà vedere i sorci verdi a tutti.
Joao ALMEIDA. 5,5. Degli uomini di alta classifica è quello che va più piano, lui che solitamente ha un buonissimo incedere. Oggi paga troppo, per uno che contro il tempo generalmente non si fa attendere.
Damiano CARUSO. 7. Pedala sulle sue sensazioni, dice, e le sensazioni sono buone, più che buone. Zitto zitto è la davanti, con i grandi del Giro. A lui spetta il difficile compito di tenere alto il buon nome del ciclismo italiano, ma non è la prima volta e ci auguriamo neanche l’ultima. La serietà al potere.
Andreas LEKNESSUND. 5. Cinque giorni in maglia rosa, fa quello che può in una crono ad altissima velocità. Lui, il norvegese volante, in ogni caso il suo Giro l’ha già vinto e qualcosa potrà vincere ancora.
Jack HAIG. 5. L’australiano del Bahrain non si può inventare cronoman, ma in salita qualcosa inventerà.