Davide BAIS. 10 e lode. Il primo ad attaccare è suo fratello, Mattia, ma la fuga buona la pesca lui. Suo sia il Gran Premio di Roccaraso, così come quello di Calascio. Sua è anche la tappa (e la maglia azzurra dei GPM), che manda in sollucchero il 25enne trentino e tutta la Eolo Kometa, che può festeggiare un inizio di Giro davvero da capogiro. È un non vincente di successo, un ragazzo serio e scrupoloso che, guarda caso, anch'egli è cresciuto alla scuola del Cycling Team Friuli di Roberto Bressan, come i Milan e gli Aleotti, tanto per fare qualche nome. Vince al termine di una corsa maiuscola, da applausi. Lui/loro, si meritano tutta la scena, tutti gli applausi, tutti i nostri ringraziamenti da appassionati. A lui/loro, va la nostra ammirazione e considerazione. Oggi Davide ha battuto Golia/Remco&C. Davide oggi è stato un gigante.
Karel VACEK. 9. È il fratello di Mathias, neoprofessionista della Trek Segafredo (non presente qui al Giro). Il 22enne ceco tiene alti l’onore e l’umore della Corratec, formazione invitata e chiamata a dare battaglia, una battaglia che dà ogni giorno fino alla fine. Vacek si porta in albergo un prestigioso secondo posto: chi li considera ancora degli imbucati speciali, deve ricredersi.
Simone PETILLI. 8. Il 30enne lecchese della Intermarché Circus Wanty parte dopo soli 7 chilometri. Già nel piazzale dei bus Simone girava e rigirava in attesa di partire. In testa aveva questa fuga, che trova immediatamente. Alle sue spalle solo Davide Bais (Eolo Kometa), Henok Mulubrhan (Green Project Bardiani Csf Faizanè) e Karel Vacek (Corratec). Della fuga Simone è il più esperto ma anche il meglio piazzato in classifica generale, con 7'49'' da Leknessund, e per lungo tempo è anche maglia rosa virtuale. Poi ha la grande occasione: portarsi a casa la tappa. Sulla carta è il più scalatore di tutti, ma dopo tutto sulla carta quella di oggi doveva essere una tappa che avrebbe mandato in frantumi la classifica.
Henok MULUBRHAN. 6. Il campione d’Africa sfida il gelo, con una gara d’attacco. Del gruppetto di testa è l’unico con delle vittorie al proprio attivo, quattro. Non vince, ma purtroppo è anche il primo a staccarsi e a salutare i compagni di avventura.
Remco EVENEPOEL. 4. È il primo dei battuti, tolto quei tre là davanti. È il primo a passare la linea su a Campo Imperatore, ma c’è poco da fare il “ganassa”, oggi tutti quanti fanno la loro bella figura. Tutti assieme appassionatamente, ad un passo dal cielo, come se fossero a fare una volata in via Caracciolo, ma qui non c’è il mare, qui c’era da onorare il Giro d’Italia e non lo hanno fatto.