Federica Venturelli ha regalato all’Italia la vittoria al Tour du Gévaudan Occitanie femmes: dopo la vittoria nella prima tappa nella giornata di sabato, la cremonese è stata protagonista anche della seconda giornata, correndo con intelligenza, lucidità e anche una buona dose di freddezza e piazzandosi in seconda posizione alle spalle della britannica Cat Ferguson. Un successo arrivato grazie ad una bella prova di squadra della nazionale italiana diretta dal c.t. Paolo Sangalli.
Federica, complimenti per la vittoria. Come sono state queste due giornate?
«La tappa di sabato era la più dura: c’era una salita da 5 km da fare una sola volta, poi una seconda salita di 2 Km più impegnativa da ripetere due volte e infine il finale molto duro con un’ultima ascesa con pendenza media dell’11% a 3,5 Km dall’arrivo. Ad ogni salita c’è sempre stata selezione e io sono riuscita a stare con le migliori; quando poi la strada spianava, molte concorrenti rientravano. Questo è stato un grande vantaggio per me, perché le mie compagne di nazionale Sara Piffer, Irene Cagnazzo, Marta Pavesi e Irma Siri mi hanno aiutata ad affrontare le salite in testa al gruppo. Sull’ultima salita, la francese Julie Bego ha attaccato più volte e sono riuscita a rispondere a tutti i suoi scatti. Nel finale siamo rimaste solo io e lei, e sono riuscita a batterla nello sprint a due».
E nella seconda frazione, cosa è accaduto?
«Ieri la gara era meno dura, ma è stata comunque impegnativa. Anche se non c’erano pendenze esagerate, in 65 km c’erano 900 metri di dislivello. La Bego ha cercato in tutti i modi di attaccarmi, ma le mie compagne di squadra sono state eccezionali, perché nei tratti di falsopiano hanno risposto a tutti gli attacchi delle francesi. Poi sulle salite ho risposto in prima persona agli scatti di Julie Bego, anche se poi in discesa lei e un’altra atleta tedesca sono riuscite ad andare in fuga. In quel momento mi sono detta che non valeva la pena rischiare così tanto in una discesa che lei, francese, conosceva molto bene. E allora ho temporeggiato e siamo rientrate per lo sprint finale nel quale ho conquistato il secondo posto».
Come è stato lo sprint?
«Dovevo assolutamente arrivare davanti alla Bego. Così ho preferito affrontare la volata in testa ai 500 metri per non correre il rischio di rimanere chiusa. Se lei avesse vinto o fosse arrivata davanti a me, avrei dovuto dire addio alla vittoria nella generale».
Una scelta che dimostra grande lucidità e freddezza. Ultimamente sembri migliorata parecchio anche negli sprint: sei diventata più veloce?
«Non è che sono diventata più veloce. Il fatto è che grazie ai lavori in pista come ad esempio di lavori sulla forza, frequenza e sullo sforzo breve, ora riesco meglio a gestire le volate e riesco a partire da migliori posizioni».
Hai sottolineato l’importanza delle tue compagne di nazionale, due di loro - Marta Pavesi e Irma Siri - sono anche tue compagne di squadra. Come ti stai trovando alla Valcar - Travel & Service?
«Arrivare alla Valcar - Travel & Service è stata una svolta. Ho trovato compagne di squadra di alto livello, disponibili a sacrificarsi per me, quando sanno che posso competere per un risultato. Anche in questi due giorni Marta Pavesi e Irma Siri hanno corso benissimo e mi hanno aiutata in diverse fasi di gara”.
E la tua stagione come sta andando?
«L’inizio è stato impegnativo, perché avevo qualche problema fisico. Le prime gare sono state di adattamento, perché ero un po’ indietro nella preparazione. Poi ho ritrovato il ritmo, sono cresciuta e sono arrivate le vittorie grazie alle mie compagne di squadra».
Questa stagione sembra essere interessante anche nelle competizioni internazionali…
«Sì, a livello internazionale sto ottenendo migliori risultati, ma questo per me è solo un punto di partenza. Spero nel proseguo della stagione di crescere e di arrivare pronta ai grandi appuntamenti».
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