Nella conferenza stampa di vigilia del Giro d'Italia 2023, per la Bahrain Victorious sono intervenuti i tre leader:
Jack Haig «Solitamente in questo periodo preparavo il Tour de France, quest'anno ho utilizzato il Tour of the Alps come se fosse il Delfinato: va detto che mancavano tanti dei favoriti della Corsa Rosa, ma quel podio mi ha dato fiducia e, unito alle successive due settimane su a Tenerife e infine a qualche giorno di riposo, mi ha permesso di arrivare qui nella giusta condizione. Certo, ci sono squadre che sul Teide ci si fanno magari un mese intero, ma grazie al fatto di vivere ad Andorra ormai ho l'abitudine alle altitudini oltre i duemila metri. Qua al Giro ci presentiamo con una squadra molto forte con diversi corridori da top-10, come da nostra abitudine, ma sappiamo naturalmente quanto sia alto il livello di certi avversari. Per quanto riguarda la crono inaugurale di domani, il vento potrà essere un fattore: quando ho fatto la ricognizione c'era forte vento contrario, vedremo. Il mio favorito è Ganna, la salita finale non è troppo dura quindi può far valere i suoi gradi di favorito a cronometro. Il covid-19? Brutto vedere ancora il virus circolare in gruppo, mi dispiace tantissimo per Gino Mäder che si era preparato ottimamente: benvenuto a Yukiya Arashiro, un formidabile compagno di squadra. Il mio connazionale Vine? Condizionato da diversi problemi, come lo sono stato io dopo il 2021 che finora è il mio picco di condizione: chi conosce bene Jay sa quale gran talento sia e ha un bel motore pure nelle prove contro il tempo.»
Santiago Buitrago «Giunto al mio secondo Giro d'Italia, avverto sensazioni molto positive sia per me che per la squadra e sono convinto di poter far meglio dell'anno scorso. Il fatto di essere colombiano ormai non è più questa gran marcia in più rispetto ai non-sudamericani in altura, dato che ad esempio noi, Quick Step, Ineos, Jumbo Visma o Movistar lavoriamo tutti tanto ad alta quota. Da par nostro, l'avvicinamento si è diviso tra Teide, TOTA e Liegi, e in particolare il podio alla Doyenne mi ha dato una grande iniezione di fiducia. Inizierò il Giro da battitore libero, dopo la prima settimana analizzeremo la situazione e si definirà ancor meglio il mio ruolo: personalmente sarei felicissimo o di vincere una tappa o di entrare nella top-10 generale. L'assenza Mäder non ci voleva, si era preparato bene sul Teide e aveva un tale entusiasmo... sarebbe stata un'ottima carta da giocarci, gli auguro di guarire al più presto.»
Damiano Caruso «Anche se per molti il Giro di Romandia non è la miglior gara per preparare il Giro d'Italia, questo terzo posto mi ha dato ottime sensazioni a livello fisico e mentale. Alla mia età non posso essere super competitivo a tutte le corse, quindi ho concentrato le mie energie in una parte di stagione: speriamo che tale modus operandi dia i suoi frutti in queste tre settimane. L'altitudine e il dislivello così elevato e vario in questa Corsa Rosa saranno una bella incognita, perché ogni giorno può rivelarsi un vantaggio o uno svantaggio. Tra noi tre leader quello che ha più ambizioni di classifica generale è Haig: io e Buitrago saremo comunque nelle posizioni di testa senza regalare terreno a nessuno, poi le tattiche e le condotte di gara di ciascuno si decideranno in base all'andamento della gara. Sono lusingato di essere investito da molti del ruolo di "italiano più rappresentativo" di questo Giro: nella mia carriera sono stato abituato a essere un gregario soprattutto e alla soglia dei 36 non ti puoi trasformare di colpo in leader. Non mi attribuisco quindi ruoli che non mi competono: correrò come sono abituato a fare, proverò a giocarmi le mie chance quando e se ci sarà lo spiraglio. Per la cronoscalata del Monte Lussari non ho svolto una preparazione specifica, ho seguito quella "normale".»