Quello di oggi è stato come un primo vagito, un piccolo grande segnale nel ciclismo dei grandi, quello che conta. Nonostante il dolor di gambe si è buttato, ci ha provato Giulio Pellizzari, uno dei ragazzini della linea verde targata GreenProject Bardiani CSF Faizané. Dopo un anno e mezzo di corse e una crescita graduale e accurata, eccolo lì a sgambettare al TotA, una corsa di livello assoluto che non a caso è la palestra ideale per chi nutre ambizioni rosa, da Tao Geoghegan Hart in giù.
Il bimbo cresce e lo fa bene. Fa bene il team dello zio Bruno, diretto sapientemente da Roberto Reverberi e da tutto il suo staff, che segue i propri ragazzi senza pressione, senza apprensione, ma con passione, fa bene Giulio che ci prova, non curante di tutto e tutti. Loro, quelli della GreenProject, lasciano che faccia, che sbagli, non è un dramma. Ci si riprova, ci si rifà alla prossima.
Ha solo 19 anni Giulio, e dopo il TotA c’è già chi lo vorrebbe al via del Giro, quello dei grandi, invece sarà alla partenza di quello dei giovani, degli Under 23, per provare a fare bene là, come bene sta facendo da quest’altra parte, nella serie maggiore con moderata continuità, tra una corsa under e una puntatina con quelli dal peso specifico più evidente.
Purtroppo chi pensava e presagiva un cataclisma, una spremitura scontata di talenti, deve rivedere i propri convincimenti. Deve soprattutto pensare a far bene il proprio lavoro, che per Ruggero Cazzaniga (vi ricordate? un anno fa si prodigava per provare a stoppare il balzo dalla categoria juniores al professionismo proprio a Giulio Pellizzari e Alessandro Pinarello ...) è quello di politico, di vice-presidente Federale. Pensi ad alzare il ditino o la voce quando c’è da farlo in Consiglio, l’importante che lo faccia a viso aperto. L’importante è che lo faccia. Altrimenti il consiglio, sostantivo maschile, inteso come suggerimento, è sempre il solito: un buon silenzio e via. Inteso come si occupi di altro e se proprio vuole dica: «È vero, mi sono sbagliato».