Ovada, al km 113,8 della Milano-Sanremo. Ovada, ai piedi del Turchino. Ovada, dove il Piemonte sa già di Liguria. Ovada, dove il ciclismo sa sempre di storia. La patria di Franco Giacchero, la casa dei fratelli Donato e Francesco Masi e oggi di Matteo Bertrand, la fontana di Fausto Coppi, la colazione del ciclista...
Gli Amici del Borgo hanno il ciclismo nel cuore. Istituzionalmente l’associazione valorizza il quartiere del borgo, spiritualmente opera come circolo ricreativo culturale, ufficialmente è affiliata all’Arci, annualmente si prodiga fra sagre e feste, mercatini e concerti, incontri e presentazioni, passando dai mandilloni (ripieni al formaggio e pancetta) alle gasse (farfalle impastate e fatte a mano), dalle canzoni di Fabrizio De André alle guide turistiche “Un passo dopo l’altro”. Ma la passione per la bicicletta e la vocazione per il ciclismo superano tutte le altre: qui la Rossiglione-Ovada, qui la Castellissima per ricordare le avventure dei pionieri, qui la collaborazione con le formazioni giovani dell’Uà Cycling Team, qui il recentissimo incontro con Beppe Saronni alla Loggia di San Sebastiano (grazie soprattutto a Diego e Stellio Sciutto), perché questa è “La Terra dei Campionissimi”, come recita il titolo di un libro di Franco Bocca, non a caso qui presentato.
Il ciclismo – “la fatica più sporca addosso alla gente più pulita”, diritti d’autore di Gian Paolo Ormezzano – si nutre di luoghi e “suiveur” come Ovada e gli ovadesi, nei silenzi e nei sacrifici, nei racconti e nei sapori, nel rispetto e nella solidarietà, nel pedalare in punta di sella e nel saltare sui pedali. E il ciclismo – “il ciclismo è il massimo di possibilità poetica consentita al corpo umano”, copyright di Alfredo Oriani – è un bel modo, sano e nudo, letterato e musicale, intelligente e puro, per unire, mai per dividere. Vero?
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