La bicicletta è sospesa. Galleggia, arieggia, farfalleggia. Fluttua, plana, vola. Come un tappeto, volante. Come un disco, volante. Come un otto, volante. Un po’ Icaro e un po’ Peter Pan, un po’ Befana e un po’ Mary Poppins, un po’ gli angioletti arcieri di Raffaello e un po’ Marc e Bella Chagall, un po’ Van der Poel e un po’ Van Aert. Aeronautica, acrobatica, onirica, spirituale, magica.
La bicicletta, sospesa, è quella di Luca Barberini. Non è un telaista, non è un designer: è un artista. La sua bicicletta è da corsa, la specie più vicina al volo; la sua bicicletta è celeste, come il cielo; la sua bicicletta porta sui tubi, e non sulla sella, le figure di uomini e donne volanti grazie a mantelli miracolosi e le immagini di nuvolette bianche e capricciose; la sua bicicletta è una Somec, Società Meccanica, da Lugo di Romagna, 50 anni di telai artigianali.
Quarantadue anni, ravennate, dunque un bizantino del ventesimo secolo, Barberini compone mosaici colorati, luminosi, allegri, fatti di diversi materiali, incroci tra fumetti e murales, tra Galla Placidia e Richard Scarry. E poi c’è la bicicletta sospesa, con il dono della leggerezza e il talento degli uccelli (l’Aquila di Toledo, Federico Bahamontes; e l’Aquila di Filottrano, Michele Scarponi; il Falco, Paolo Savoldelli; il Condor, Nairo Quintana...), e con il suo doppio destino, volare nel senso di andare forte, fortissimo, e volare nel senso di cadere e poi – che male – atterrare. Sarà un caso che nelle corse certi sprint intermedi vengano chiamati traguardi volanti?
La bicicletta, sospesa, di Luca Barberini fa parte della mostra “Tessere i sogni” a Riccione, nella Villa Franceschi di viale Gorizia 2 (da martedì a venerdì ore 9-13 e 15-18, sabato, domenica e festivi ore 10-13 e 15-19, chiuso lunedì tranne festivi). Ingresso – e volo – libero fino al 10 aprile.
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