Felice. Non ci sono altre parole per descrivere lo stato d'animo di Mathieu Van der Poel che a clado racconta così la sua Sanremo: «È la gara che tutti vogliono vincere ed essere riuscito a vincerla in questo modo è davvero fantastico. La Tirreno? Vi assicuto che non mi sono nascosto, semplicemente non ero al miglior livello ma sapevo che partecipare a quella gara era necessario per trovare la condizione migliore. Il mio attacco? Sul Poggio volevo partire un po’ prima ma non avevo lo spazio per attaccare, poi ho trovato un piccolo buco e sono riuscito a vincere in maniera straordinaria».
L'analisi di Van der Poel continua in conferenza stampa: «La Cipressa in realtà è stata più facile di quello che credevo. Avevo detto alla squadra che dovevo prendere il Poggio davanti e per fortuna i miei compagni mi hanno aiutato».
Van der Poel lo scorso anno aveva preso parte alla Sanremo all’ultimo momento, dicendo che non aveva ambizioni di vittoria e che la Milano-Sanremo è una corsa noiosa per quasi tutto il percorso, ma che esplode nell’ultima parte. «Io ho sempre detto che mi piacciono gli ultimi 100 chilometri di questa corsa, ma il problema sono i primi 200».
L’olandese oggi ha attaccato sul finale del Poggio e poi in discesa è andato veloce, senza però correre troppi rischi. «Sono sceso all’ottanta per cento delle mie possibilità. Non volevo rischiare perché se cadi non ti rialzi più. Se invece vieni ripreso dagli inseguitori puoi comunque giocarti il finale con lo sprint».
Van der Poel ha già vinto due Giri delle Fiandre e questa è la sua seconda Classica Monumento della carriera. «Questa è la mia quarta Sanremo e non pensavo di attaccare nel finale. Questa volta ho vinto e ripensando alle edizioni precedenti forse sbagliavo i tempi dell’attacco».
La Milano-Sanremo è una corsa imprevedibile, lunga quasi 300 chilometri, dove gli ultimi 30 sono veramente difficili e il finale non è mai prevedibile. «Questa è la corsa più facile come altimetria, ma è la più difficile da vincere. Ganna? Aveva fatto vedere una buona gamba già alla Tirreno. È un ragazzo cordiale e penso che presto potrà vincere questa corsa».
All’ultima Tirreno-Adriatico Van der Poel è rimasto nascosto e dopo la vittoria di oggi, in molti hanno pensato che il suo intento era quello di non dare troppo nell’occhio in vista di questa prima Classica. «Alla Tirreno non ero al top, ma non mi sono nascosto, non stavo bene e alla tappa dei muri volevo testarmi, ma non è andata come avrei voluto. Avevo bisogno di una corsa come la Tirreno per testarmi e oggi abbiamo avuto il risultato che cercavamo».
Mathieu van der Poel ha fatto la differenza in discesa, con alle spalle van Aert, Pogacar e Ganna che lo inseguivano. «In discesa pensavo solo a me stesso, ero concentrato. Dietro di me c’erano i corridori più forti al mondo: un campione del mondo a cronometro, un vincitore di classiche e uno dei più grandi vincitori di corse a tappe. Vincere avendo alle spalle corridori così importanti ti da grande soddisfazione».
Per Mathieu questa è una corsa speciale, perché suo nonno Raymond Poulidor l’aveva vinta nel 1961. «Ai Mondiali di ciclocross la vittoria miha emozionato ma vincere una Monumento è sempre qualcosa di unico. Questa è una corsa che ha conquistato anche mio nonno, è l’unica Classica Monumento che ha vinto e questo mi rende ancora più felice».
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