Manuele Tarozzi è il ragazzo di 24 anni che con la maglia della Green Project Bardiani – CFS Faizanè ha conquistato la penultima tappa del Tour du Rwanda, aiutando anche il compagno di squadra Henok Mulubrhan a riprendere la maglia di leader della corsa.
«Quella di ieri è stata una giornata incredibile per me – ha detto Tarozzi -: con la squadra avevamo deciso di fare qualcosa di importante e così è stato».
Tarozzi è il ragazzo di Faenza che non si è mai risparmiato e che ha sempre lavorato per i compagni, ma ieri finalmente ha conquistato la sua prima vittoria. «Per me c’erano solo due possibilità: vincere la tappa oppure anticipare gli altri e aiutare Henok per la classifica generale. La fuga è andata e al penultimo giro nella discesa ho attaccato e sono andato in fondo».
E’ stato bravo Manuele Tarozzi ed è riuscito perfettamente a calcolare tutto nei minimi dettagli. La Green Project Bardiani – CFS Faizané ieri ha firmato la gara perfetta, perché oltre a vincere con Tarozzi, è riuscita a riprendere la maglia di leader con Henok Mulubrhan e a portare al traguardo Gabburo quarto e Fiorelli nono. Tutta la squadra ha lavorato per lo stesso obiettivo e i risultati sono arrivati.
«Per fortuna dietro di me c’erano gli altri miei compagni di squadra che hanno chiuso il gruppo, e chi stava dietro non è riuscito a riprendermi. Quando sono arrivato sul muro di Kigali avevo 30 secondi di vantaggio e ho iniziato a crederci. Ho capito che potevo arrivare fino in fondo e questo lo devo solo ai miei compagni in particolare a Gabburo e Fiorelli».
A fine tappa la gioia di Michele Tarozzi era tanta e mentre si dirigeva verso il traguardo era molta la gente che lungo il percorso lo incitava. «A Kigali la gente era tantissima, non avevo mai visto qualcosa del genere. Mentre pedalavo non sentivo più neanche la stanchezza e la voce di quelle persone mi faceva coraggio e così ce l'ho fatta ad arrivare fino al traguardo».
Tarozzi ha conquistato la sua prima vittoria e vuole continuare ad ottenere risultati per se stesso e per la squadra. «In Africa per molti aspetti si corre come in Europa, perché sono tanti i corridori europei. Ho vinto e questo mi dà tanta forza. Ho lavorato tanto lo scorso inverno e questo lavoro mi ha portato ad ottenere la mia prima vittoria. Voglio impegnarmi sempre di più per vincere altre gare e aiutare la mia squadra. Questo è quello che mi aspetto per il futuro».
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